12 novembre, Gino Strada, a proposito di guerra,
Ho lasciato l’Afghanistan pochi giorni fa. Quando sono partito, Fahim Khan era agonizzante nel reparto di rianimazione. Diciannove anni, dilaniato da una bomba non lontano dal palazzo reale di Kabul, mentre stava tentando di rimettere a posto la propria casa danneggiata dai bombardamenti.
Sono partito con negli occhi il padre di Fahim, seduto a fianco del figlio in silenziosa disperazione.
Fahim e suo padre mi sono tornati in mente ieri mattina, quando Mario Ninno mi ha chiamato da Baghdad per dirmi della strage di Nassiriya.
Altri ragazzi come Fahim, fatti a pezzi da un’altra esplosione.
Ragazzi italiani. Ho pensato ai loro padri, lontani migliaia di chilometri, che forse non vedranno neppure i resti dei propri figli.
“Nessuno è così pazzo da preferire la guerra alla pace: in tempo di pace sono i figli a seppellire i padri; con la guerra tocca ai padri di seppellire i figli” scriveva Erodoto nel quinto secolo prima di Cristo.
La follia della guerra è tutta qui: qualche decina di ragazzi si sono svegliati ieri mattina in Iraq, e ieri sera non sono andati a letto, non ci sono più.
Hanno iniziato il grande sonno, come altri milioni di ragazzi prima di loro, in Afghanistan e in Cecenia, in Congo e in Kosovo e nei mille luoghi di violenza del nostro pianeta: sottratti alla vita non da un male incurabile ma dalla volontà e per opera di altri esseri umani.
Ogni volta che la guerra si porta via una vita umana è una sconfitta,
per tutti, perché ha perso l’umanità , perché si è persa umanità .
Il rispetto per i morti, per il dolore dei loro congiunti può e deve provocare una riflessione di tutti, anziché la polemica di alcuni.
Dobbiamo tutti prendere atto che si è al di fuori della ragione, ogni volta che i rapporti tra esseri umani si esercitano con la forza, con le armi, con l’uccisione.
L’umanità potrà avere un futuro solo se verrà messa al bando la guerra, se la guerra diventerà un tabù, schifoso e rivoltante per la coscienza e per la ragione.
Ancora una volta dobbiamo dire, con infinita tristezza, “basta guerre, basta morti, basta vittime”.
Gino Strada
12-11-2003
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Basta coi problemi di coscienza, i tormenti di una vita. In cinque minuti sradica le tue convinzioni, resetta i tuoi dubbi e formatta la tua esistenza verso le sponde che più ti attirano. In fin dei conti, con l’aria che tira, un passaggio ad Allah vale più di un’assicurazione sulla vita. Il meraviglioso packaging contiene anche un “Prega Italia” che si raccomanda per rampanti agnostici con doppio sedimento di pelo sullo stomaco.
Nel mio piccolo, almeno in questo campo, preferisco rimanere analogico.
epilettica fermezza
C’è qualcuno capace di spiegarmi cosa è questa fermezza di cui tutti si rimpinzano la bocca oggi?
Penso sia la parola più utilizzata dai politici nelle ultime 24 ore.
Fermezza…
” Respingeremo con fermezza ogni tentativo di intimidirci…”
” Il presidente Bush ha apprezzato la fermezza dell’ Italia…”
Ma a cosa si riferiscono?
La fermezza… Che termine tronfio di enfasi passiva. Che fiero orgoglio inconcludente.
Io so che una banda di pazzi assassini invasati, ha attaccato il nostro quartier generale. E’ arrivato un secondo camioncino imbottito di morte e ha fatto saltare in aria tutto.
Ha tribbiato le vite di un sacco di persone. Ha annientato il futuro di ragazzi e uomini e bambine che sono stati partoriti da una madre e sono cresciuti in case distanti centinaia se non migliaia di kilometri per trovarsi lì nel momento cruciale della loro vita. Che poteva essere durata 29, 56 o 7 anni.
Non c’è fermezza in tutto questo.
C’è una grande rassegnata tristezza.
Chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
Seguire la follia di Bush che crede di poter sconfiggere il terrorismo con un esercito di occupazione è il pensiero più zoppo che sia mai capitato di sostenere.
Francamente: non vedo come si possa uscire dal merdaio in cui ci siamo ( si
sono ) buttati a capofitto.
Non puoi certo alzare la manina adesso e dire ” EHI! Non vale! Io credevo
che noi eravamo gli italiani simpaticoni! ”
Come possono non rendersi conto che bastano 5 o 6 pazzi ogni 500.000
persone per fare cose di questo genere?
“Siamo pronti a respingere con fermezza questa roba.”
E come mai ancora nessuno dell’ ONU arriva? Come mai la Francia e la
Germania ( saggiamente ) traccheggiano?
Uno ha rotto il vaso di Pandora. Non solo non vuole pagare. Ma vorrebbe che i cocci fossero degli altri che gli dicevano ” Che cazzo fai, scemo? “.
“Fermezza”.
Di solito quando sei nelle sabbie mobili dicono di non dibattersi. Di restare fermi.
Forse si riferiscono a questo.
la verità non può essere offensiva
il testo del monologo di Luttazzi che gli è costato l’esilio mediatico insieme a Biagi e Santoro.
Buonasera. Come va? Molto gentili. Grazie. Mi sento come Berlusconi davanti all’assemblea di Confindustria. Benvenuti a Satyricon, un boomerang per la sinistra. Io sono DL e sono un fuorilegge.
Nel caso qualcuno di voi sia stato in Alaska nelle ultime due settimane: non credo che potrò più lavorare a Mediaset. Cos’è successo? Molto semplice. Un mese fa mi becco una malattia venerea che un altro po’ mi porta via una gamba. Bisogna fare accertamenti. Porto il mio barattolino ancora caldo di sperma in laboratorio. Praticamente fumante. Le pareti opache di condensa. Mi piace essere lirico sullo sperma.
Il medico lo prende e fa: “Eeeh, quanto! E’ uscito Penthouse di marzo?!”. Secondo lui mi sono beccato un bacillo con un rapporto sessuale, io penso: “Niente di più facile. Mi piace fare sesso. E’una cosa che ho preso da mio nonno, un tipo molto focoso. Quando faceva l’amore, come preservativo adoperava un chihuahua. Insomma, mi piace fare sesso. Anche a pagamento”. Guardate (a questo punto parte un filmato ndr).
E mentre sono nell’ambulatorio che aspetto di fare le analisi mi cade l’occhio su un libro. Un libro su Berlusconi. In libera vendita. Lo sfoglio. Interessante. Invito l’autore a parlarne a Satyricon. E’scoppiato un casino! Non so se l’avete saputo.La Guerra del Golfo non ha avuto questa copertura! Due giorni fa il medico mi dà il risultato degli esami. “Luttazzi, lei ha lo scolo. Ma non si preoccupi”. “Oh, non mi preoccupo affatto.
Dopo le polemiche di queste settimane, lo scolo mi sembra un sollievo”. Il libro poneva una domanda: Cavaliere, dove ha preso i soldi. Bastava che Berlusconi dicesse la verità : “Li ho trovati in un sacchetto delle patatine”. Inoltre si sa che Berlusconi tiene sempre acconto i bollini del supermercato: uno dopo l’altro, alla fine dell’anno vinci dei servizi di piatti che puoi regalare a Gianni Letta. E’così che si fanno le fortune in Italia.E invece no. Berlusconi se l’è presa, Mediaset farà causa. Chiederà 50 miliardi di danni. A parte che non capisco cosa c’entri Mediaset con Berlusconi,la Rai comunque è tranquilla. Prenderà i 50 miliardi e glieli verserà nella holding 1, da cui passeranno alla holding 2, poi alla holding 3 e così via fino alla 22 per poi tornare al punto di partenza, cioè alla Rai. Quindi sono tranquilli. Ho imparato una cosa: certe domande non si fanno.
Possiamo riassumere la carriera di Silvio Berlusconi con una sola parola: fortuna. E’stato fortunato. A sei anni era un contadino. A sette era un operaio. A otto anni era già miliardario. Come? Vendendo merendine ai suoi compagni di classe. Era illegale, ma il Parlamento gli fece una legge apposta. Poi cantante sulle navi da crociera, poi imprenditore edile, poi magnate televisivo, poi presidente del Consiglio, e come se non bastasse dopo più di 50 anni il suo volto è ancora intatto. Questo è un miracolo!
Nella foga del momento Berlusconi ha anche attaccato la Corte Costituzionale. Poi ha fatto marcia indietro. “No, volevo dire che non ho mai visto cassette porno di Moana Pozzi”. Cosa? ” Non ho mai visto cassette porno!”. Oh. E magari non s’è neanche mai masturbato, giusto? Per carità , non lo faccia. Masturbarsi è pericoloso. Potrebbe diventare come Gasparri.
“Io sono il migliore del mondo!”. Penso al povero Piersilvio, da piccolo, con un padre così. Dev’essere stato un inferno. “Quanti anni hai figliuolo?” “5, papà “. “Io alla tua età ne avevo sei”. Un inferno.
Montanelli, Santoro e io siamo stati definiti ingrati, perché in passato abbiamo lavorato per Berlusconi. Ma bisogna capirlo: a Berlusconi riesce difficile pensare che la gente che lui ha pagato non l’ha comprata. Fini ha sbraitato: “Faremo piazza pulita”. Poi s’è corretto. Non loro. I loro filippini faranno piazza pulita.”Perché dovrei fare io piazza pulita? Insomma. Io sono il padrone, tu sei il cameriere, ok?”. Sì, poi lo so io per chi voto.
Grandi polemiche su cosa è la satira. Chiariamo una volta per tutte: satira è quando prendi in giro chi è più ricco di te. Parodia è quando prendi in giro chi è più intelligente di te. Avanspettacolo è quando fai entrambe le cose calandoti le brache.Per cui la mia è satira, dato che come sapete Berlusconi è la 18^ nazione più ricca della Terra.E invece la solita accusa contro di me: Luttazzi non fa ridere. E’15 anni che me lo dicono. E hanno ragione. Non faccio ridere. E’ per questo che la gente guarda Satyricon.Per non ridere. E’per questo che la gente paga il biglietto per venirmi a sentire a teatro. Per non ridere. “Stasera non ho voglia di ridere. Andiamo da Luttazzi”.
Mi dispiace, faccio molto ridere. Specie quando dormo. Mi hanno denunciato per vilipendio alla Nazione. Oh, scusate. Non sapevo ne avessimo una. Casini ha detto: “L’Italia non le somiglia affatto, signor Luttazzi”. Lo so. L’Italia assomiglia a lei, Casini. E’questo il problema. Ooops, devo stare attento. Dire che l’Italia assomiglia a Casini forse è un altro vilipendio. Altri si sono lamentati per una battutina sul Papa. “Ehi, non ci piace quello che hai detto. Siamo cattolici”. E allora perdonatemi. Hanno messo una taglia sulla mia testa. Così adesso giro con le guardie del corpo.
Cercano di difendermi dai miei parenti.Vespa mi ha invitato a Porta a Porta ma io non ho mai ricevuto l’invito e così non sono andato. Non rifiuterei mai di partecipare a un programma di Vespa. Una volta mi sono rifiutato: mi ha nevicato in salotto per 5 giorni. La macumba. Secondo il Polo, dopo la puntata di Satyricon il gradimento di Berlusconi è aumentato di 4 punti. E’per questo che vogliono chiudermi. Non vogliono stravincere.
Un imbecille di Sassari si è pulito il sedere con un pezzo di carta e me l’ha spedito. Il pezzo di carta, non il sedere. Un foglio di carta sporco di merda con su scritto:lecca qui, bastardo. Idiota. La prossima volta prima di cagare controlla cosa mangi. Aveva un sapore pessimo.
Insomma un putiferio di cui ha parlato tutt’Europa. Solo un’altra volta mi era capitata una reazione simile, quando presi in giro un politico per i suoi baffi e questi mi prese a schiaffi. Livia Turco non ha il senso dell’umorismo. E mentre in Italia succedeva il pandemonio, cosa faceva Francesco Rutelli, il candidato dell’Ulivo, l’uomo di cui una volta il presidente Pertini disse: “Chi è?”. Si riposava giocando a golf. Rutelli gioca a golf. L’ho visto giocare. Con un drive ha colpito un fringuello, un gabbiano, un bracco, una mucca e un massone di passaggio. Ehi, finalmente la soluzione per i Balcani. Mandate in Kosovo Rutelli con una mazza numero tre e tante palline. Altro che la Folgore. C’è chi dice che Rutelli ha poca personalità . Non è vero. Non ne ha per niente. Rutelli ha consigliato a Berlusconi di venire a Satyricon. Lui però non viene. Ma bisogna capirlo. In un talk show come questo Rutelli ha tutto da perdere. La gente potrebbe davvero scoprire come è. Comunque Rutelli non è senza speranza. Se hanno ricavato penicillina dalla muffa, qualcosa da lui ricaveranno.Â
altro che quella vacca della Lola
la signora pezzata in bianco e nero, lavora per la Mukki, pesa 700 kg e produce 40 litri di latte (biologico) al giorno.
Da sposare.
vista_”Kill Bill vol.1″
Leggetemi le labbra: F A V O L O S O!
Prendete la cassetta di Pulp Fiction e mettetela in mezzo a quella di “Totò Le Mokò” e “Vacanze di Natale”.
Perchè questa è la fine che farà il precedente capolavoro di Quentin dopo che avrete visto Kill Bill.
Indi fiondatevi al cinema a gaudere dello spettacolo pirotecnico offertoci dalla premiata ditta Tarantino.
Quando il film inizia con quella sigla ridicola da film giappo anni 60 ho avuto la tentazione di fuggire soggiogato da sittanta bellezza. Sindrome di Stendhal in piena regola.
Il film è un overdose per il nervo ottico. Quentin si diverte a dare sfoggio di tutta la sua abilità registica. E ci marcia sù a palla. Kill Bill è un esercizio di stile al pari dell’omonimo libro di Quenau.
Certo il sangue scorre più qui che alla sede prelievi dell’ Avis. Ma chi se ne frega? E’ tutto talmente esagerato e di taglio fumettistico che non ho mai provato disagio.
Ve lo dice uno che si chiude gli occhi e canticchia per non vedere e sentire le scene horror in un film de paura. E mentre l’ultima volta ero stato sgominato dalla ficaggine di George Clooney e lapidato sul posto dalle donne presenti a vedere il film dei Coen, stavolta guardate Uma con indosso i jeans e quel giubbottino di pelle marroncino, quando si reca a far fuori la prima sicaria! Voltatevi verso colei che vi ha accompagnato al cine e con fare romantico sputatele in un occhio!
La Asics conta di vendere qualche container di Tiger grazie ai piedoni della bella Uma inguainati dalle scarpe da gennastica giappine color ocra durante il duello con gli 88 folli.
Certo che peccato che per esigenze commerciali il film sia stato frazionato in due parti ( anche se trattandosi per buona parte di un trattato di anatomia è naturale che sia stato tagliato in due tronconi ).
Il seguito di Kill Bill è previsto a febbraio. Io me lo sarei sparato tutto di un fiato avec piacere.
Non mi chiedete quali sono le scene migliori.
Dal flashback manga-cartoon al combattimento con sfondo blu tipo musical.
Dal risveglio in ospedale all’ arrivo dello sceriffo sul luogo della strage. L’intero film è un delirio!
Già la prima scena con la sposa in procinto di essere giustiziata vi schioda il cervello e vi prepara a dovere per essere serviti come sushi alla cena tarantolata: ” Mi consideri un sadico per averti fatto tutto questo? Ti sbagli. Questa è la mia apoteosi masochista…”
Dice Bill alla sposa. E parte il primissimo piano del viaggio della pallottola verso la testa di Uma. E sebbene le tesi originali samurai che fondano il film siano tipicamente misogine, Kill Bill è un inno alla femminilità e al femminismo.
A proposito di samurai, il nuovo di Kitano ( anche se tutti i suoi film sembrano tratti dall’ Hagakure ) tratta questi medesimi argomenti. Così il colossal di Tom Cruise in uscita per natale. Fra un paio di mesi scommetto
che ristamperanno il Codice del Samurai come dio comanda. Non quella
robaccia che si trova ora in libreria.
Una menzione particolare è dovuta alla ricerca musicale della colonna sonora, che nella filmografia di San Quentin è maniacale come la sua passione cinefila: Ascolate il boogie-woogie paranoico di quelle tre giapponesine al locale dove si terrà il duello con Lucy Liu ( quanto m’attizza! Mortacci sua! ). Oppure il chitarrismo di “Don’t let Me Be Misunderstood” durante il duello finale, che sdrammatizza e irride una scena di una bellezza
quasi zen come il duello fra Black Mamba e O Ren Ishii. Notevole è anche l’arrivo di O Ren con i suoi sgherri al ristorante. Qui la base di RZA ( già al lavoro sul divino “Ghost Dog” di Jarmush ) è calibratissima e pompa a dovere.
” Bisogna essere pronti e risoluti a sconfiggere un nemico potente. Non c’è niente che possa impedire a un uomo dotato di questa ferma convinzione di portare a termine lo scopo che si è prefisso.
Bisogna pensare alla morte notte e giorno, e immaginarsi trafitti da spade
e avvolti dalle fiamme in ogni istante. Scagliandosi verso la morte digrignando i denti si diventa capaci di qualsiasi impresa.”
Questa è per te, Mili.
ofp
ps. Nel pezzo cartonato, notate il killer in abito bianco e spada che uccide i genitori della piccola O Ren. Fate caso all’anello. Eh Si! E’ quella merdaccia di Bill!
le parole non mentono
provate a leggere la parola “bergam o” al contrario e ditelo a Bossi.