male, bene e altri tranquillanti

da “Case, Amori, Universi” di Fosco Maraini

da ofp_Recinzione: Vista > INLAND EMPIRE

“Che ore sono?…”( risate registrate del pubblico )
Questa roba, prova a essere una recensione del nuovo, enorme, film di David Linch.
Io vi dico subito che sono sufficenti i primi 3 minuti di visione per giustificare il prezzo del biglietto: Interno di una cupa stanza d’albergo. Bianco e nero. Due amanti parlano in una lingua slava ( sottotitolata ). Lui le sta dicendo cosa vorrebbe che lei facesse. Particolare linchiano: I volti dei due sono avvolti da una specie di nuvola, sfumati, sfocati. Volevo alzarmi dalla poltrona. Non riuscivo a sopportare la bellezza della scena. Quadri dal significato oscuro.
Io adoro Linch. E’ un genio. Uno dei massimi registi americani di tutti i tempi. Per i suoi fan, è stato ed è fonte di ispirazione inesauribile. Conigli umanoidi.
E inesauribile è l’interminabile matrioska emotiva che risponde a INLAND EMPIRE. Tre ore scarse sono una prova sulla carta impegnativa. Anche per i cultori della sua cinematografia orfeica. Puttane.


Eppure vi dico che scorrono abbastanza lisce ( risate registrate del pubblico ). Io sono arrivato al cinema abbastanza prevenuto dai giudizi della critica che, seppure quasi unanimemente positivi, lamentavano l’ermetismo della trama. Crampi. Ma, col senno di poi ( col sogno di poi ), secondo me la storia è abbastanza semplice: Il film è in grandissima parte il naufragio all’interno dei sensi di colpa della bravissima Laura Dern. Che in I.E. interpreta un attrice a cui viene affidata la parte della protagonista in un remake di un vecchio film europeo mai terminato. Il co protagonista di questo remake è Devon ( Justin Theroux ), che ha il piccolo problema di non riuscire ad avere il sopravvento sul proprio organo sessuale. Squallore familiare. Devon, seppure dissuaso dagli amici, che lo avvisano della gelosia folle del di lei marito, deve fare un altra tacca sul suo pisello e infatti conquista la Dern. Figli mai avuti.
Da quel momento il film ( che già avanzava secondo le dinamiche sghembe tipiche di David Linch ), molla gli ormeggi e discende in un labirinto onirico e percettivo. Il mondo intero pare scivolare nell’incubo soggettivo della Dern. Cacciaviti.
Come sempre, anche in I.E. persistono e vengono amplificati i temi cari a Linch: e specialmente quello del doppio e della dissociazione, è il centro di gravità della pellicola. Una strada di campagna. Niente e nessuno è come sembra in apparenza. Espiazione del peccato.
All’inizio del film, la squilibrata nuova vicina di casa dice alla Dern: ” Immagini se oggi fosse domani “.
E’ una frase rivelatrice, poichè il tempo perde immediatamente qualsiasi forma di avanzamento sensato. E gli eventi si sovrappongono, si frammentano e si ricompongono. Scale da salire. Si perdono in corridoi oscuri. Si inoltrano in stanze dove qualcosa è accaduto o dove forse non è mai accaduto nulla. Le amanti rivali scivolano al ruolo di puttane. Feti abortiti. Mariti sterili. Figli ritrovati.
Cacciaviti. Balletti. Squallore familiare. Conigli umanoidi.
Sedute spiritiche. Confessioni. Mogli vendicatrici.
Espiazione del peccato.
Una strada di campagna.
Scale da scendere.
Scale da salire.
Clown demoniaci.
Urla nel buio.
Crampi.
Fantasmi.
Derelitti.
Quadri dal significato oscuro.
“Stai solo morendo, piccola…”
“Non ci sono autobus per Pomona”
“Che ore sono?… “( risate registrate del pubblico ).

p.f.o.

Pulp Fiction in tipografia

una chicca.
L’animazione dei dialoghi della scena di Pulp Fiction dell’interrogatorio.
Enjoy

modernismo catalano

la splendida scala del Park Hotel di Barcellona (del 1953)

resti a cena

mi piace mangiare in compagnia, mangiando vengono idee.

Quei golosoni di leo e paolo di officine fotografiche hanno passato una volta in più una serata in un ristorante, ma non al solito seduti a gonfiarsi di manicaretti, bensì nelle cucine di zero zeroa Firenze. Nella loro fredda cronaca le foto sono belle e tute da gustare, quel che ne viene fuori è una visione da anatomopatologo.

Dal dolce mangiato minuziosamente ai bordi avanzati di una pizza, quadri che svelano tanti modi di essere.

Ah, tutte le foto sono esposte dentro zerozero finché non cominceranno a puzzare.

I Cavalieri dell’Ideale di MICHELE SERRA

[da Repubblica, il giornale comunista]

SI CAPISCE, uno ha tutto il diritto di coltivare i suoi ideali integerrimi. E di sentirsi eletto dal popolo lavoratore anche se è stato spedito in Senato da una segreteria di partito. Uno ha tutto il diritto di rivendicare purezza e coerenza, così non si sporca la giacchetta in quel merdaio di compromessi e patteggiamenti che è la politica. Però, allora, deve avere l’onestà morale di non fare parte di alcuna coalizione di governo. E deve dirlo prima, non dopo. Deve farci la gentilezza di avvertirci prima, a noi pirla che abbiamo votato per una coalizione ben sapendo che dentro c’erano anche i baciapile, anche i moderatissimi, anche gli inciucisti. A noi coglioni che di basi americane non ne vorremmo mezza, ma sappiamo che se governano gli altri di basi americane ne avremo il triplo.

Invece no: questi duri e puri se ne strafottono della nostra confusione e della nostra fatica. Prima salgono sulla barca della maggioranza, poi tirano fuori dal taschino il loro cavaturaccioli tutto d’oro e fanno un bel buco nello scafo, per meglio onorare la loro suprema coerenza e la nostra suprema imbecillità. Un bell’applauso ai Cavalieri dell’Ideale: tanto, se tornano Berlusconi e Calderoli, per loro cosa cambia? Rimarranno sul loro cavallo bianco con la chioma al vento.

ha ragione stefano:

comunque si sapeva con questi numeri se ciampi c’ha la prostata infiammata e la montalcini la diarrea si va sotto e comunque andreotti l’ha fatta cacare al governo per conto dei vescovi

about substance

una animazione per il nuovo spot Guinness.

Semplice ed affascinante ruota intorno ad un concetto bello e diretto, al tema “birra della sostanza„ e contiene tutta una gamma di voci che diquisiscono della scura irlandese e del suo appeal.

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