da stega_l’alg@ritmo di google maps
prendi fiato e clicca il numero 46
la potenza è nulla senza il controllo
a distanza di qualche anno sono riusciti di nuovo nell’incredibile performance di rimettere il tappo ad una bottiglia di champagne appena aperta.
Oddio, nessuno mette in dubbio che abbiano stravinto il campionato, ma come al solito, non avevano fatto i conti con la componente comico/masochista che da anni contraddistingue le vicende interiste e che ha reso unica questa squadra ed il suo presidente ben al di là dei risultati sul campo. Non parlo da tifoso, perché di passione verso il calcio ne provo quanto verso un portacenere in onice, ma da persona affascinata dagli squilibri, dall’inatteso, dall’imprevisto che cancella la sicurezza dei propri gesti. Il mondo ti crolla addosso e tu non puoi farci nulla, basterebbero due passi di lato, ma ti accorgi che non puoi farli, adesso lì c’è un baratro che ti sorride.
Niente sarà come sarebbe dovuto essere, la limpidezza della gioia opacizzata da un momento di debolezza, quella debolezza dell’attimo che marca il confine fra sublime e merda.
zoismi_
zoe indossa per la prima volta un paio di pattini e la sto aiutando ad imparare ad andarci.
In equilibrio precario mi fa: “Daddy, ma questi pattini sono scivolosi”.
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Ieri: “questa chiave non si infila bene nella seccatura”.
auto(im)mobile
al di là di una stima di 1500 ore annue che ritengo esagerata, resta il fatto che il rapporto uomo/automezzo ha contorni grotteschi: da quelli quantificabili in tempo e distanze all’aberrante necessità di possedere per esibire uno status (un conflitto che vivo in prima persona pensando a cambiare la mia stronzomobile di otto anni…).
Il più delle volte quelle grandi macchine dai vetri fumé sono guidate da utilitarie dell’essere coi fanali bruciati.
questione di immagine
immagini di un processo sommario, tre persone inginocchiate e bendate, una voce da inquisitore, la presenza (una costante) dei kalashnikov puntati alle teste imbracciati da adolescenti. Parole che non capisco, il tono sì.
Stacco.
Uno dei tre inginocchiati è costretto su un fianco, spunta un coltello enorme e si avvicina al suo collo.
Metto sul due e con la mente sconvolta guardo Bugs Bunny.
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Oggi sono vent’anni che Primo Levi ha deciso di lasciare questa vita e di lasciarci quelle immagini.
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A modo suo, perdere una partita di calcio prendendo sette gol (uno in media ogni tredici minuti) è sconvolgente e chi ne è vittima resta segnato: magari una lezione di queste dimensioni potrebbe far decidere molti ultrà per un arruolamento nei servizi sociali.
rush_23 ottobre 2007
acquistati i biglietti per l’unica data italiana dei Rush > 23 ottobre, Milano, Datch Forum.
La performance live diventa un bene di lusso. Forse la morte del cd ha concentrato sull’esperienza live tutti gli introiti delle band, comunque certe cifre sono intollerabili, basti pensare che fino a poco tempo fa il concerto costava quanto il disco, più o meno e ora, come minimo, il doppio.
Si tornerà alle pietre sul palco, stile Vigorelli anni ’70?
quattromila iPod per ballare in silenzio
venerdi scorso più di 4.000 persone hanno ballato all’ora di punta all’interno della stazione di Victoria nel centro di Londra dando vita al più grande flashmob della Gran-Bretagna. I partecipanti hanno aderito alla catena di mail degli organizzatori (mobileclubbing.com) che invitavano “a ballare come non avete mai ballato prima”, alle 6 e 35.
Immagino gli ammiccamenti e sguardi complici fra la persone con le cuffie prima dell’inizio.
Al termine di un conto alla rovescia di 10 secondi il flashmob ha preso forma spezzando il silenzio e, immagino, sorprendendo chi si trovava lì solo per prendere il treno: è durato due ore, fino a quando quattro camionette di poliziotti hanno disperso la folla degli iPod.
Mi è tornata in mente quella parte dello spettacolo di Luttazzi in cui lui chiede al pubblico di schioccare le dita al suo comando: un suono assurdo e fortissimo, generato dall’unione di tante piccole azioni, che, all’unisono creano una potenza inaspettata, quella, appunto, del gruppo.
update_mi piacerebbe avere una hit parade dei brani che passavano nei fili degli auricolari, in quelle due ore.
Ci fossi stato avrei messo in loop “Year Zero” dei Nine Inch Nails e mi sarei perso per un po’.