refusi_che testa…

in questo post ho messo la foto di un cartello su un parcheggio per handicappati dicendo che era in via XX settembre, sebbene in realtà sia in via Vespucci di fronte, appunto, alla pasticceria Puccinelli (thanx to Reby per la segnalazione)

zoismi_la proprietà

camminando sul marciapiede dietro casa Zoe dice: “questa è la macchina della nonna”.
Poi, pochi passi dopo: “…questa è la macchina di mummy”.
Subito dopo: “…e questa è la macchina di nessuno”.

“Io sono un drago che sputa fuoco, cuscini e acqua”

da ofp_Recinzioni: Vista_Shrek 3

salutiamo il ritorno su queste pagine di ofp, sintetico e immaginifico come sempre.

Tutti dicevano: ” E’ impossibile superare un capolavoro come Shrek 2. Sarà sicuramente una delusione…”
E quelli della Dreamworks vengono incontro al pubblico anche stavolta.
Il film è come ce l’immaginavamo: Una schifezza!!!

ofp

giramenti di testa

imbracciata la macchina giro su me stesso veloce, scattando a ripetizione.
Nulla di nuovo, ma suggestiva la visione sfuocata dello spazio che mi circonda, nitido, per tante ore ogni giorno.

milano è fiera della sua Fiera

la nuova fiera di Milano è gigantesca come ormai deve essere un polo fieristico, ma non è pesante e riesce a farti guardare spesso il cielo, cosa che il resto di questa città non induce spesso a fare.

Ha una spina dorsale che è una passeggiata che sarà lunga un chilometro che collega dall’alto i vari padiglioni. Cammini ad una decina di metri da terra e sei coperto, per tutta la lunghezza da un tetto di vetro. Lo sguardo si apre continuamente verso nuovi scorci.
Ne può essere fiera, la città da bere, di questa architettura di Fuksas.

istantanee riordinate

di ieri, qualche immagine

il deserto della domenica mattina presto a Livorno
il viso di mia nonna, 99 anni, che gliene davi venticinque meno
la chiesetta vuota con le suore d’importazione
il “dispenser” dell’incenso da cui non usciva il fumo
la custodia degli occhiali della suora di Pierre Cardin appoggiata sulla panca
il prete che alle nove deve essere a Quercianella
la Corea di Livorno costruita durante la guerra in Corea
il cimitero dei Lupi con davanti il deposito delle auto sbarcate da navi enormi
il carro funebre con la croce aerodinamica
il carro funebre col gps per sapere sempre dove sta andando
l’autista che fuma mentre guida e io mi immagino la nonna Luisa dietro che lo infama
il parcheggiatore abusivo dell’area di servizio
il carro funebre parcheggiato al sole nell’area di servizio
il traffico della domenica, ci si sposta per il riposo di un giorno e per quello eterno
la radio che dice che per capire il vino bisogna aver coltivato la memoria degli odori fin da piccoli
l’arrivo al paese della nonna, la sua essenza
la vicina di casa che intercetta con lo sguardo il carro funebre (e mi immagino che si faccia il segno della croce)
il cimitero su un colle isolato, tutto per sè collegato al paese da una strada sterrata con doppia filare di cipressi
lo scoiattolo che sale sul cipresso
due parenti che aspettano sotto un cielo limpidissimo
la maniglia di ottone della bara che tengo con una mano
la zia che mi dice che la nonna era contenta di quella posizione perché così vede il lago
io che mi volto e il panorama è lì, splendido come può essere il sud della Toscana
il muratore che mette i mattoni
il muratore che scrive Luisa Feri sul cemento fresco con una scheggia, come quando scrivi col dito sulla sabbia
il muratore che disegna una croce sul cemento fresco
io che guardo i font delle lapidi
nonno Pietro che era alto e se ci fosse stata l’ecografia non sarebbe morto
nonna Elena con la foto che le feci io
nonno Amleto che me lo ricordo che guidava la Ford
zia Cesira piccolissima e forte
nonno Tullio, grande e grosso coi ciglioni da cattivo delle comiche
la nonna Maria che quando ero piccolo mi portavano a baciare e mi sembrava vecchissima
il pranzo, noi cinque, come un funerale irlandese che si va al pub
il ricordo della nonna che mangia in quel ristorante e le piace
la casa della nonna piena zeppa di passato
la pagella delle elementari della nonna
la pagella delle elementari del 1908 della zia che aveva 10 in lavori donneschi
io che mi chiedo se tornerò a Chiusi
una lettera dalle Dolomiti di mio padre del ’72 ai genitori in cui dice “speriamo di riposarci…con Michele”
io che a distanza di 35 anni dico la stessa cose delle vacanze con A+Z
il viaggio di ritorno col traffico, il controsole e le code
gli stormi di folaghe all’ingresso di Livorno
Livorno che arrivi e ci entri dalla parte dei depositi di container
la casa di cura

ti sia lieve la terra

installazioni

ieri, guardando in giro, a destra in via XX settembre (che sarà successo quel giorno lì?) e in alto in via Cappellini.


Il primo cartello è lungo una strada a senso unico con parcheggio consentito solo da un lato. Di fronte c’è una pasticceria e la gente parcheggia in divieto e sul marciapiede regolarmente creando ingorghi, pericoli e incazzature a chi deve transitare, a motore o a piedi. Ovviamente il posto riservato a questa persona è spessissimo occupato da personaggi affamati di brioches e cappuccini. Il cartello ha un copy da Pubblicità Progresso e tocca le corde più profonde del vissuto italico: l’accidenti subliminale che trasmette spero che possa più del rischio di sanzione, anche se una visione più estrema della soluzione potrebbe farmi propendere per un’accetta piantata nel cofano (di pioppiniana memoria).

La seconda immagine me l’ha fatta notare Zoe mentre passavamo in scooter: uno scherzo, la volontà di lasciare un segno difficilmente cancellabile? In ogni caso so cosa farò con le prossime scarpe da gettare.

P.S. Il 20 settembre è la festa della laicità dello Stato, in ricordo della fine del potere temporale della Chiesa cattolica.

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