da ofp_Recinzione: Vista > INLAND EMPIRE
Posted on febbraio 26, 2007
Filed Under recinzioni
“Che ore sono?…”( risate registrate del pubblico )
Questa roba, prova a essere una recensione del nuovo, enorme, film di David Linch.
Io vi dico subito che sono sufficenti i primi 3 minuti di visione per giustificare il prezzo del biglietto: Interno di una cupa stanza d’albergo. Bianco e nero. Due amanti parlano in una lingua slava ( sottotitolata ). Lui le sta dicendo cosa vorrebbe che lei facesse. Particolare linchiano: I volti dei due sono avvolti da una specie di nuvola, sfumati, sfocati. Volevo alzarmi dalla poltrona. Non riuscivo a sopportare la bellezza della scena. Quadri dal significato oscuro.
Io adoro Linch. E’ un genio. Uno dei massimi registi americani di tutti i tempi. Per i suoi fan, è stato ed è fonte di ispirazione inesauribile. Conigli umanoidi.
E inesauribile è l’interminabile matrioska emotiva che risponde a INLAND EMPIRE. Tre ore scarse sono una prova sulla carta impegnativa. Anche per i cultori della sua cinematografia orfeica. Puttane.
Eppure vi dico che scorrono abbastanza lisce ( risate registrate del pubblico ). Io sono arrivato al cinema abbastanza prevenuto dai giudizi della critica che, seppure quasi unanimemente positivi, lamentavano l’ermetismo della trama. Crampi. Ma, col senno di poi ( col sogno di poi ), secondo me la storia è abbastanza semplice: Il film è in grandissima parte il naufragio all’interno dei sensi di colpa della bravissima Laura Dern. Che in I.E. interpreta un attrice a cui viene affidata la parte della protagonista in un remake di un vecchio film europeo mai terminato. Il co protagonista di questo remake è Devon ( Justin Theroux ), che ha il piccolo problema di non riuscire ad avere il sopravvento sul proprio organo sessuale. Squallore familiare. Devon, seppure dissuaso dagli amici, che lo avvisano della gelosia folle del di lei marito, deve fare un altra tacca sul suo pisello e infatti conquista la Dern. Figli mai avuti.
Da quel momento il film ( che già avanzava secondo le dinamiche sghembe tipiche di David Linch ), molla gli ormeggi e discende in un labirinto onirico e percettivo. Il mondo intero pare scivolare nell’incubo soggettivo della Dern. Cacciaviti.
Come sempre, anche in I.E. persistono e vengono amplificati i temi cari a Linch: e specialmente quello del doppio e della dissociazione, è il centro di gravità della pellicola. Una strada di campagna. Niente e nessuno è come sembra in apparenza. Espiazione del peccato.
All’inizio del film, la squilibrata nuova vicina di casa dice alla Dern: ” Immagini se oggi fosse domani “.
E’ una frase rivelatrice, poichè il tempo perde immediatamente qualsiasi forma di avanzamento sensato. E gli eventi si sovrappongono, si frammentano e si ricompongono. Scale da salire. Si perdono in corridoi oscuri. Si inoltrano in stanze dove qualcosa è accaduto o dove forse non è mai accaduto nulla. Le amanti rivali scivolano al ruolo di puttane. Feti abortiti. Mariti sterili. Figli ritrovati.
Cacciaviti. Balletti. Squallore familiare. Conigli umanoidi.
Sedute spiritiche. Confessioni. Mogli vendicatrici.
Espiazione del peccato.
Una strada di campagna.
Scale da scendere.
Scale da salire.
Clown demoniaci.
Urla nel buio.
Crampi.
Fantasmi.
Derelitti.
Quadri dal significato oscuro.
“Stai solo morendo, piccola…”
“Non ci sono autobus per Pomona”
“Che ore sono?… “( risate registrate del pubblico ).
p.f.o.
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4 Responses to “da ofp_Recinzione: Vista > INLAND EMPIRE”
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Contro il degrado del mondo occidentale il granda david ci istiga alla meditazione visiva……altrimenti balliamo anche noi tutti felici di vivere nelle nostre pornografiche società …..film troppo geniale, per le nostre povere menti razionali.
Porcaccia la miseria, a Viareggio c’è ancora Muccino. Dove l’hai visto?
Io sono fiorentino, Alessandra. Voi c’avete un sacco di mare. Noi troppi multisala. Cmq l’ho visto al Flora. Un multisala piccolo piccolo a Rifredi ( Fi. Nord ). Saludos.
Non ho scritto una cosa abbastanza importante: E’ uno dei film più terrorizzanti che abbia mai visto. Sono tornato a casa che non avevo la forza di attravarsare lo spazio dei garage e delle cantine. La forza onirica delle immagini è sconvolgente. Una delle più tremende è quella di questo coniglio mannaro vestito di tutto punto che siede a una scrivania in penombra. E’ una scena che magari può lasciare indifferenti. A me ha impaurito come solo i sogni più angosciosi riescono a fare. Cioè, senza una spiegazione logica.
E poi non rivelo il momento in cui tutti fanno un salto di due metri sulla poltrona.
Buon divertimento.