per favore, qualcuno tiri fuori una registrazione, una qualunque, del Berlusconi, anche una alla Carfagna, a Beckham o a Dio.
la somma dei colori
zoe sta dipingendo con le tempere.
“Non c’è più l’arancione, daddy”
“Dammi il giallo e il rosso che te lo faccio” e comincio a mescolare i colori.
Lei lo guarda e dice “allora giallo più rosso fa davvero arancione… te l’hanno insegnato a matematica?”
paris
un giorno di shooting in mezzo al cielo umido di Parigi con tre equilibristi da cornicione che scherzano con l’abisso. Cerco rifugio dietro alti parapetti, ma mi tocca guardarli e il groppo allo stomaco mi accompagna fino a sera.
ombre lunghe su Milano
una giornata di sole nella città da bere mi riporta sempre alla mente il raggio di sole che Paolo Stoppa voleva tutto per sé in “Miracolo a Milano”: queste sedie vivono in un bel posto e se ne stanno, appunto, sedute di fronte ad una vetrata spettacolare guardando là fuori e forse sognando il mare.
sintomi di risveglio
A me Milano m’ha sempre fatto senso e anche stavolta ha stimolato a fondo i miei sensi.
In piazza Duomo hanno portato con un trasporto eccezionale un abete immenso che guarda in faccia la Madunina ed è circondato da nove gru con cestello dove una ventina di operai inchiodano a mano i rami che erano stati potati per lo spostamento, uno shuttle sempreverde nel cuore economico della padania pronto a decollare verso i limiti della galassia della Miopia.
Raccontata così sembra una baggianata, uno spreco inutile, ma in realtà è una cosa bellissima che scalda i cuori anche dei più biechi uccelli del malaugurio e che ha finalmente rinverdito i fasti della scintillante Milano da bere di craxiana memoria.
P.S. per il federalismo lessicale la polizia municipale a Milano si chiama “Polizia locale”