un sacco di anni
“che giorno è oggi daddy?”
“il 25 febbraio del…”
“…”
“duemila…”
“…”
“duemilanove”
“ah. È tanto?”
fiction
stiamo guardando la cerimonia degli Oscar, quando la telecamera inquadra Angelina Jolie e Zoe mi fa:
“daddy, ma quella signora è vera?”
da spinoza
da spinoza la sintesi più efficace sulla condanna per corruzione di Mills che al gr ieri mattina è venuta dopo gli stupri, Veltroni e il freddo che fa:
“Condannato l’avvocato David Mills: fu corrotto da un dipendente di Berlusconi, con i soldi di Berlusconi, per testimoniare il falso in un processo contro Berlusconi. Permane il mistero sul nome del mandante.”
UPDATE (vero, ma ancor più assurdo): la presidenza del Consiglio dei Ministri, parte civile nel processo, ha ottenuto un risarcimento di 250.000 euro.
lega Nerd
due rappresentanti della Lega Nerd in missione al carnevale di Viareggio muniti tastiere a tracolla e di astine degli occhiali riparate con lo scotch, come da nerdtiquette.
amplificastore
sul sito diwired sono rimasto folgorato da questo negozio di chitarre a Southampton.
il cartello dell’orario del barbiere di lato al comune di Viareggio scritto in prima persona singolare dal Comitato
da ale, a proposito di vita e morte
Aleluna mi ha passato un articolo di Michele Serra e mi scrive: “Belle le idee, bello il concetto, bella la forma, bella la sintassi, bella la semplicità . Devastante il messaggio (in cui concordo)”
da L’Amaca di Michele Serra -Repubblica 5/2/2009
Dalla vicenda di Eluana Englaro, insieme a tanti altri pensieri gravi, emerge un paradosso che vi sottopongo così come l’ ho percepito: il terrore della morte traspare da atti e parole di alcuni credenti assai più che da atti e parole di spiriti laici come il signor Englaro. Per definire “vita” lo stato di conclamata inesistenza in cui è sprofondata Eluana, bisogna infatti avere della morte un terrore talmente ottenebrante da farle considerare preferibile qualunque condizione, anche la più umiliante, la meno libera e dignitosa. Poiché la morte, per un credente, dovrebbe essere solo un transito verso altre e meno effimere destinazioni, stupisce che la si neghi con tanta virulenza quanta ne basta per volere condannare Eluana alla sua non vita. Viceversa, sono i non credenti che dovrebbero avere, della morte, una visione esiziale e irrimediabile, e odiarla al punto da affezionarsi a ogni possibile simulacro della vita, anche al meno credibile, anche al meno “vivo”. Ma ciò non accade. E l’ accettazione della morte, che è il più difficile dei pensieri, si manifesta meglio, in questa vicenda, nel campo cosiddetto laico, nella pietosa e interminabile veglia di un padre che parla a nome di una sola persona (sua figlia) e non ha al fianco le moltitudini che confidano, beate loro, nell’ aldilà .