sovranità impopolare

stamattina presto ho preso il mio certificato elettorale e sono andato a votare per il referendum, che fino alla settimana scorsa non avevo capito nemmeno cosa volesse abrogare, poi, con un piccolo sforzo ce l’ho fatta, sia a capire che a tracciare, convinto, tre x.
Arrivo davanti alla solita scuola media che è abbagliante nel suo vestito di travertino e sento troppo eco nel mio ciabattare al suo interno fino al seggio nove, rallento e dalla porta chiedo “permesso?” mentre le tre signore del seggio mi guardano come a dirmi “ma prendi per il culo?”, ma gentilmente, quasi sollevate dal poter fare qualcosa oltre all’essere coperte dai tre scatoloni quasi completamente vuoti. Mentre tiro fuori il certificato e la carta d’identità penso alla tristezza di queste qua che sono state un giorno e mezzo ad aspettare poche decine di persone, mi danno le schede e mi metto a ridere guardando la lunghezza dei quesiti, una se ne accorge e scrolla le spalle. Democrazia diretta sarebbe.
L’urna ha delle tendine di gomma beige che dona al cubicolo della democrazia l’aspetto di una cabina da peepshow ed effettivamente con quei quesiti il rito è pressoché masturbatorio, ma ho le idee chiare, barro le mie ics, le ripiego per benino, esco, riprendo i documenti e infilo le schede negli scatoloni che suonano vuoti, ma, malgrado tutto congiuri contro quest’espressione di democrazia non sono affatto triste. La cosa strana è che io al prendere una posizione e tracciarla sulla carta ci credo, ancora. La diserzione elettorale mi sa di diserzione civile, non mi piace, quando ci penso su mi figuro un monte Rushmore con le facce di Andreotti, Gelli, Berlusconi e Luciano Salce.
Mi volto verso la lavagna che recita un impietoso “16,2 %”, al volo calcolo che a Viareggio ha votato una persona su sei, esco ciabattando e guardando controluce il mondo là fuori ho voglia di un caffè al vetro al CRO.

il buono, il brutto e il cavallo

l’altra sera con A e Z abbiamo guardato il “Buono, il Brutto e il Cattivo”.
Stamani presto Zoe mi affronta in un duello in camera dicendomi “io sono il Bello e te?”.
“Occhi bimba, io sono il Brutto”- le rispondo.
“No, anche te puoi essere il Bello”
“No Zoe, ce n’è solo uno”
“Allora puoi essere il cavallo”

la nitidezza nel veder le cose da lontano

su FreddyNietzsche ho visto come ci vedono, non che non lo sapessi, ma fa più effetto vedere la verità rimandata da lontano, sopratutto perché il lato grottesco della storia assume contorni intollerabili e mi intristisco, perché non farcela a ridere è insopportabile. Il video è tratto dal Jon Stewart Show.

plastic people

vedendo le foto di ieri del Berlusconi e di Gheddafi mi è venuta in mente quella serie di “marionette elettroniche” inglesi degli anni ’70, “Thunderbirds” si chiamava e i personaggi avevano dei testoni sproporzionati e la stessa mimica facciale di Renato Balestra.

L’arrivo di Gheddafi ha provocato un terremoto nella capitale. Prontamente allestita una tendopoli per il colonnello.

Burla o macco?

sono curioso di vedere il manifesto vincitore del concorso indetto dalla Fondazione Carnevale di Viareggio di cui tanto si è parlato senza avere una risposta ufficiale alle critiche mosse anche da Socialdesignzine e sono anche più curioso di poter osservare le opere degli altri che hanno partecipato, ma muoio dalla voglia di conoscere le personalità che componevano la giuria.
Domani lo presentano in comune, a Viareggio, se avete tempo fateci un salto e sappiatemi dire.

Cosa c’entrano i blog con le intercettazioni?

Mentre in Svezia il Piratpartiet arriva al 7% e prende un seggio al parlamento Europeo in Italia andiamo dalla parte opposta, verso il buio. Alle nefandezze sparate dalla Carlucci si aggiunge adesso questa nuova e pericolosa assurdità legislativa che riguarda i blog.
Come mai Internet fa così paura ai difensori delle Libertà? Chissà, e pensare che era uno dei pilastri sbandierati da Berlusconi per propagandare la riforma della scuola (le famose tre “I”, internet, inglese e impresa, se non sbaglio).

scroto di scambio

è bella pesa, ma poi mi sono costruito l’immagine mentale di un satiro settantaerottenne che si compra letteralmente tonnellate di ninfette, ma difende strenuamente i valori cattolici.
E allora è qua.

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