Ascanio Celestini
martedi c’era Ascanio Celestini a Montignoso e non ho sentito neppure freddo perché sentivo solo lui, anzi ho guardato per un paio d’ore le immagini che con la parola ci ha costruito davanti e che ha fatto passare anche tutto il timore una serata alla cantautore italiano. Tutt’altro. Parola, struttura, idea, che creano grandi orbite, ma che arrivano dritti dritti al punto.
che succederebbe se una casa sognasse
una proiezione 3d sulla facciata di un’architettura (la Hamburg Kunsthalle di O.M. Ungers) la trasforma. Parlando sempre la lingua che l’ha originata questa  “How It Would Be, if a House Was Dreaming” ti porta lontano con un realismo che toglie il fiato.
555 KUBIK | facade projection | from urbanscreen on Vimeo.
i titoli di “Delicatessen”, quelli di Tati
per un sacco di motivi questo è uno dei film che mi piace di più, di quelli che ti lasciano qualcosa che poi ti stupisci a rivederlo nelle cose che fai anche a distanza di anni.
Siccome non me li ricordavo ho cercato il video dei titoli di apertura e non mi ha sorpreso che quel piano sequenza sia la bella sintesi della storia, ma la cosa più bella (per me) è che mi hanno fatto venire subito alla mente i titoli di “Mon oncle” di Jacques Tati, quello coi nomi scritti sui cartelli del cantiere e da lì sono andato avanti con le analogie fra questi due film francesi pieni di immagini e svuotati di parole, ma che parlano da due punti di vista pur sempre di apocalissi (una della società futura, l’altro declinata al presente) separati da trentatre anni e uniti da tutto il resto.
Delicatessen -movie titles from DoYouReadMe?! on Vimeo.
da l’espresso
zoismi_meteoreligione
“sai che quando c’è il sole vuol dire che Dio è felice?”
“e allora quando piove è arrabbiato?”
“no, annaffia le piante.”
metamorfosi
da unto del Signore a fradicio di signorine
la sintesi della sintesi
anticipa di qualche decennio gli emoticon questo storyboard fatto con la macchina da scrivere di Takeshi Kitano (che poi perché si dice “da scrivere” invece di “per scrivere”?)