report_la strage di Viareggio [>>passa parola]
Report domani sera parla della strage del 29 giugno, la puntata si intitola ”Treni Italia” di Giovanna Boursier.
L’incidente di Viareggio ha segnato la storia del trasporto ferroviario delle merci in Italia. La magistratura sta indagando e arrivera’ a stabilire le responsabilita’ del disastro, ma basta ascoltare i testimoni della vicenda, per capire che le norme vigenti in Italia sulla sicurezza dei treni che trasportano merci pericolose sono inadeguate. E visti gli incidenti degli ultimi mesi e’ probabile che ci si debba mettere presto mano. Se si vuol competere e decongestionare le strade dai camion, bisogna avvicinarsi agli standard europei e investire sul trasporto su rotaia. In Italia oggi, solo il 10% delle merci viaggia su rotaia, mentre in Germania si arriva al 25% e in Austria al 35%. Il trasporto su gomma e’ avvantaggiato perche’, dice l’amministratore delegato di Ferrovie, puo’ contare di maggiori finanziamenti. In effetti tra il 2000 e il 2008 solo il 14% dei finanziamenti legati alla Legge Obiettivo ha riguardato le Ferrovie, mentre circa il 70% e’ stato convogliato per migliorare strade e autostrade. Ma chi trasporta su gomma puo’ anche usufruire di rimborsi e esoneri fiscali, contributi per l’acquisto dei camion, riduzioni delle accise e dei pedaggi autostradali. Inoltre con il camion puoi ritirare la merce ovunque mentre mancano i collegamenti tra i porti e le ferrovie. E la’ dove gli investimenti sono stati fatti, si scopre che sono operazioni di facciata, per compiacere alcuni enti locali, ma che non lasciano intravedere i tempi di completamento delle infrastrutture. Il raddoppio della linea che dovrebbe collegare il Brennero con il Tirreno, ossia la Parma – La Spezia, è in discussione da 30 anni. Una linea di 100 km a binario unico che risale al 1890 e dove oggi per spingere un treno merci occorrono 2 locomotori.
a San Lorenzo, da Mario
them crooked vultures_”new fang”
fighters of the led stone are coming!
zoismi_
“Zoe, mettiti subito le ciabatte!”
“A cosa servono le ciabatte quando sei una star?”
Z
ai miei occhi la bellezza di quel simbolo che
nel mondo mac chiamiamo “mela” (perché sul tasto è affiancato dal
simbolo apple) sta tutta nella continuità del segno che
ricorda quello dell’infinito, ma lo raddoppia regalandogli
assurdamente ancor più potenza, mentre, se lo affianchi ad una “Z”
ti consente di tornare indietro nel tempo. Una roba da uscire di
testa o da costruirci intorno una nuova Scientology.
report_il debito pubblico
se ce la faccio ad anestetizzare la famiglia e relative fiction e cartoons domani sera vorrei passare un paio di ore rilassanti guardandomi “report”. La puntata si intitola ”L’ERA DEL DEBITO”
Segue Sinossi:
Noi siamo tra i Paesi piu’ colpiti dalla crisi e di conseguenza l?anno prossimo il macigno del debito pubblico si avvia a pesare il 118% della gamba che lo tira, che e’ il famoso Pil, il prodotto interno lordo. Per dare un?idea, stiamo quasi tornando ai livelli di palla al piede che avevamo negli anni Novanta. E’ come se non ci fossimo mai venduti la Telecom, le Autostrade, parte dell’Enel e dell’Eni? Adesso non abbiamo piu’ molto da dar via, ma ci consoliamo per il fatto di essere in buona compagnia. Dall’America alla Gran Bretagna, in media tutti i paesi avanzati hanno aumentato il loro debito pubblico dal 75% al 115% del Pil. Loro pero’ si stanno indebitando per salvare il sistema produttivo, mentre noi sudiamo per smaltire un debito pubblico accumulato con gli sperperi degli anni Ottanta, un debito che ci frena sempre di piu’, ci limita nei movimenti e rende la vita piu’ faticosa alle imprese e alle famiglie.
Oggi la storia ci presenta il conto perche’ proprio a causa di questo debito obeso l’Italia non puo’ attivare spesa pubblica al pari degli altri Paesi per stimolare l?economia, asfissiata dalla crisi.
Intanto all’orizzonte si profila una nuova minaccia: l?aumento dei tassi d’interesse, che inevitabilmente ci sara’. I tassi sono cosi’ bassi che non possono far altro che salire, anche perche’ tutti i Paesi avanzati stanno chiedendo e chiederanno piu’ soldi in prestito ai mercati finanziari. E dunque noi Italiani, per sfamare quel bestione del debito che ci portiamo appresso dagli anni ottanta dovremo sborsare sempre di piu’. Ma fino a che punto puo’ aumentare il debito pubblico? Nell?inchiesta verranno spiegati uno per uno, tutti i buoni motivi per cui dobbiamo abbassare il nostro debito, costi quel che costi.