una giornata no

grazie a jo ho scoperto una serie di perle di Stefano Frosi (che avevo ascoltato per radio a 610)

l’estate sta finendo, l’abbronzatura rimane

vista da lontano l’Italia fa ancora più senso, non si sente la puzza, ma la visione diventa più netta, obiettiva ed efficace. Sul Time è uscito un articolo sull’ennesima battutaccia del NMâ„¢* durante la prima festa del Popolino delle Libertà a proposito dell’abbronzatura degli Obama, archiviata in Italia come l’ennesimo show del premier e quindi deglutita e assorbita da un organismo sempre più assuefatto a questo genere di sostanza tossiche.

Esemplare è quello che scrive a proposito del razzismo italico e della nostra attuale autoretrocessione civile nel panorama occidentale:

“But that’s telling in itself. In many ways, mainstream Italian society is several generations behind the rest of the West when it comes to race. In supposedly polite company, one can still hear the word negro, (pronounced neh-grow) which essentially translates to the N word. A cleaning woman is often generically referred to as a “Filippina.” Northern Italians joke that darker-skinned southerners are “Moroccans.”

Le parole sono importanti, almeno là fuori.

pentagramma rovesciato

Alino l’altro giorno mi ha scritto dell’esistenza di un gruppo di organismi unicellulari che stanno proponendo la candidatura di Silvio Berlusconi al Nobel per la Pace attraverso un sito (che per decenza non cito) ed un inno che è un perfetto compromesso tra il piacevolmente mortale ed il francamente grottesco.
La notizia è che l’hanno trovato anche Elio e le storie tese.
Spettacolare medley con un brano di Bennato, quando Bennato era bravo.

zoismi_forse non tutti sanno che…

“lo sai che se ci addormentiamo con le teste vicine facciamo lo stesso sogno?”

“lo sai cosa c’ha la Candice al posto di un cane? Eh? Lo sai? Un gatto!”

“lo sai come fa Indiana Jones a sapere dove sono tutti i tesori? Eh? Gliel’hanno detto!”

“una cosa divertente che non farò mai più”

“ore 6,45: un triplo din-don dagli altoparlanti in cabina, nel corridoio e nelle sale è seguito da una flautata voce di donna che dice buongiorno, che giorno è, che tempo fa, eccetera. Lo dice con un dolce accento inglese, le ripete in un francese che sembra alsaziano, e poi ancora in tedesco. Riesce a rendere persino il tedesco mieloso e postcoitale. (…) ha proprio il suono che farebbe un profumo di marca se potesse parlare.”

David Foster Wallace, “una cosa divertente che non farò mai più”, minimum fax

servizio pubblico

un estratto da “Mock of the Week”, una trasmissione della tivù di stato inglese, che si chiama BBC.

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