le Tepa


Negli anni ’70 chi le portava era uno sfigato come chi aveva le Mecap, sono citate anche da Elio in “Supergiovane”, le tristi Tepa Sport riemergono oggi in vetrina con tutto lo splendore di quella parolaccia che è il “vintage” che pialla memorie, gusti e comportamenti.

buoni propositi

xmas is so rounded, this year.



I’m just a poor boy (c’è Keith Moon in quel pupazzo)

“I see a little silhouetto of a man, Scaramouche,
Scaramouche, will you do the Fandango. Thunderbolt and lightning,
very, very fright’ning me. (Galileo.) Galileo. (Galileo.) Galileo,
Galileo figaro Magnifico. I’m just a poor boy and nobody loves me.
He’s just a poor boy from a poor family, Spare him his life from
this monstrosity. Easy come, easy go, will you let me go.
Bismillah! No, we will not let you go. (Let him go!) Bismillah! We
will not let you go. (Let him go!) Bismillah! We will not let you
go. (Let me go.) Will not let you go. (Let me go.) Will not let you
go. (Let me go.) Ah. No, no, no, no, no, no, no. (Oh mama mia, mama
mia.) Mama mia, let me go. Beelzebub has a devil put aside for me,
for me, for me.” Sento Bohemian
Rhapsody da quando ero alle medie e da una ventina d’anni ho
maturato la convinzione che la sua parte centrale sia puro genio.
Così come i Muppets e in particolare Animal, il batterista in cui
si è reincarnato Keith Moon.

zoismi_c’è virus e virus

“daddy, lo sai che la maestra c’ha un virus grossissimo?”
“Sì? Sta male?” “Sì, ce l’ha nel computer… Ma la Giada invece
ce l’ha dentro, il virus”

da “vedi di non morire”

un tonico, così, per darsi forza

“Noi artisti siamo indistruttibili, anche in un
carcere, o in un campo di concentramento io sarò onnipotente nel
mio mondo di arte. Anche se dovessi dipingere i miei quadri con la
mia lingua bagnata sul pavimento polveroso della mia
cella.”
Pablo Picasso

sul dovere di stringere mani

un nome pronunciato e una stretta di mano sanciscono la reciproca conoscenza, è un credito di fiducia che si da’ e che ci viene dato in attesa di possibili sviluppi della conoscenza che vanno dalla stretta una tantum all’amico di un amico che non rivedrai mai più a quella che poi si trasforma in un abbraccio perenne con la nascita di un’amicizia, comunque il gesto per me è un gesto importante, c’è il contatto delle mani che già di per sé può essere sgradevole per fattori come sudore, problemi di circolazione o mancanza di tono muscolare dell’arto che siamo costretti ad impugnare e c’è il contatto visivo e auditivo che si crea tanto che spesso riesco anche a ricordare il nome del proprietario della mano che mi si porge ed è per questo e per altri mille motivi, tra cui l’igiene personale, che sono schifato al pensiero di allungare la mia mano per stringere mani che appartengono a corpi che fanno, dicono, insomma spargono nel mondo cose che mi creano un disagio indescrivibile, come affrontare con un sorriso una colonscopia o leggere in pubblico le poesie di Bondi, tanto che spesso fingo di avere le mani sporche o bagnate e offro il gomito, cosa che senz’altro farò domani sera.

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