zoismi_uscita forzata
stanotte.
Mi sento svegliare da Zoe che nel buio mi dice: “sai che avevo il naso tappato?”
“…”
“ma poi l’ho cliccato e ho ricominciato a respirare”
“…”
“‘notte daddy”
questa è la canzone con cui Zoe pretende negli ultimi giorni di essere svagliata la mattina. Sostituisce la ormai passata “Pulce d’acqua”
ieri
ieri dopo molte ore ho cominciato ad accusare problemi di registro agli occhi
Albergo alla coque_da Paolo
“non da dove prendi le cose, ma dove le porti”
banda stretta
stamani presto preparavo il latte alla zoe e pensavo all’NBA e mi vedevo quel giocatore bravo, nero, con la sua maglietta gialla e viola, la testa rasata, il fisico, il numero 24 dietro, che fa sempre un sacco di punti, inventa dei giochi pazzeschi che il più delle volte gli riescono, sì, quello lì, il migliore, sì, lui, quello che parla anche italiano perché il su’ babbo ha giocato da noi, insomma poi che si chiama Kobe Bryant m’è venuto in mente un quarto d’ora fa.
un ritrattino
“Un paese che investe la sua innovazione nella televisione e nella telefonia mobile è un paese morto”
(Nicholas Negroponte, due giorni fa al Festival della Scienza di Roma)
un po’ più, un po’ meno
L’altroieri (ma l’ho sentito ieri alla radio) il patinatissimo Frattini mi apostrofa: “La sicurezza viene prima della privacy” e subito mi viene in mente il coro delle libertà nel periodo della legge sulle intercettazioni che intonava con una sola voce “La privacy viene prima di tutto”. Polifonici, anzi, atonali.