tutta la verità

se succede per favore ditemi se mi puzza il fiato

Valori veri del paese più bello che c’è nel mondo rotondo

“Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.”

Guardavo il gatto che vomitava una palla di pelo e pensavo che uno che si chiama Toto canta testi che sono copia e incolla randomizzati dei peggiori articoli di “Chi” ed è phonato come una chiara d’uovo montata fosse l’apice insuperabile del kitsch, ma invece basta fare discorsi a cazzo con la erre moscia su qualsiasi argomento e lo si raggiunge. Non parlo di Tremonti né di Lapo Elkann, ma dell’amico di Fabio Fazio col nome da abitante di Paperopoli, Emanuele Filiberto. Per eccellere in Italia puoi dire stronzate, essere razzista, non saper fare niente o rubare: quest’uomo proviene da una famiglia che queste cose le fa tutte assieme, da secoli. Ah, son bravi anche col fucile. Poi mi par di ricordare una storia di troie. Delle personcine.

Per ampliare lo spettro della sua inutilità ha deciso di calare il carico. Canta.
Insieme a Pupo.
A Pupo. Pu-po.
(“Gelato al cioccolato, dolce un po’ salato”)

Emanuele. Filiberto.
Fi-li-ber-to.
Gorgoglia questa canzone che sembra l’inno del partito che nascerebbe incrociando le idee di Casini con una forma cronica di dissenteria, un testo che sostituirà il waterboarding a Guantanamo e l’autoflagellazione nelle celebrazioni religiose filippine.

Sento le gambe leggere, ho la nausea, riabilito la Palombelli e mando a memoria le poesie di Bondi, che cazzo mi sta succedendo?
È un attimo e mi accorgo che questa non è la realtà, ma solo l’effetto del crack e di quel gatto che ho mangiato per cena.

(Pupo) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro,
nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia.
Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende,
e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente.

(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,
per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione.
Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola,
che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.

(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia,
chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia.

(Pupo) Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,
ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente.

(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio

(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, nell’onestà di un ideale,
nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale.

(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.

zoismi_neologismi

Zoe ha fatto un gavettone e ci gioca, in casa.
“Attenta che se scoppia bagni tutto”
“Guarda che questo palloncino è resistibile”

“daddy, ma che stai facendo?”
“un cruciverba”
“perché, incroci l’erba?”

zoismi_sento le voci

guardo un pezzo di partita di calcio mentre Zoe accanto a me disegna.
A un certo punto mentre i commentatori non stanno parlando si sente la voce dell’altoparlante dello stadio che rimbomba nello stadio,
Zoe senza alzare la testa dice: “è la voce di Dio?”
“…”

Altre, poco dopo:
“i razzi partono verso il basso?”
“la luna è fatta di polvere?”
“salute a te straniero” (rivolta a me)

ghosts I-IV


su wikipedia c’è un articolo approfonditissimo su ghosts che val la pena di leggere.
Fra le altre cose è interessante la parte relativa alla libertà legata alla creazione dei suoni:
“Viglione (Brian Viglione, dei Dresden Dolls,nda) contributed percussion to tracks 19 and 22. He stated that Reznor’s instructions to him were to “build a drumkit. Piece together any stuff that you want to bang on; rent what you want to rent. Have fun and … be creative—See where your mind and your ideas take you.” Viglione’s makeshift drum kit included a 50-gallon trash can, a pair of water cooler jugs, and a cookie tray with a chain across it.”

postocelere

“lo sai che X ha lasciato tutto e è si è imbarcato?”
Mentre compilo le due cedole della raccomandata la voce delle tre impiegate rimbomba nel piccolo ufficio postale vuoto. Non alzo la testa ma le facce dentro quell’acquario sono le stesse da anni.
“E il negozio?”
“L’ha lasciato alla su’ sorella ed è partito. ”
“Così, dal nulla?”
“Sì, sì”
“Son sempre stata per i cambiamenti, io”
“Bisogna fare così, lascià tutto e andarsene. Anch’io son così”
“È vero, bravo, ha fatto proprio bene. La libertà prima di tutto”
Infilo la busta e i soldi nella feritoia verso la mano dell’impiegata mentre una di loro dice:
“Certo che ora, coi tempi che corrono è una bella sfida…”

da daniele_santo subito

subito prima di miracoli come la moltiplicazione dei pani e dei pesci,
il Silvio si cimenta qua nella moltiplicazione dei pixel.

(fonte)

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