delle due l’una (o l’ano)

“Dunque, riassumendo:
un vecchio porcello ridicolmente pittato, cammuffato e truccato come un guitto da avaspettacolo, diventato milionario a spese dei propri connazionali attraverso oscure connections, incapace di tollerare anche la minima opposizione alla propria stizzosa prepotenza, dotato di televisioni e giornali sotto controllo governativo che cantano la sua gloria e azzannano i suoi avversarsi a comando, cinicamente capace di esibire per il pubblico una devozione religiosa che si guarda bene dal praticare in privato, arriva a Roma circondato da legioni di smandrappone per (e)scortarlo e intrattenerlo e per sparecchiare qualche altro milione dalle nostre tasche in cambio di qualche nocciolina regalata alle scimmiette italiane per far contenti i beduini dei suoi media che le spacciano per grandi affari. Nei prossimi giorni, questo grottesco, ma ricchissimo satrapo, da anni oggetto di ridicolo internazionale, incontrerà Muammar Gheddafi.”

Vittorio Zucconi, via Wittgenstein.

le cose che ti vengono in mente fra il letto e il caffè

mi son venute in mente due cose:
una è quand’ero le piccolo le anime della carta igienica erano perfettamente tonde
e l’altra, mentre vedevo un servizio al tv sull’anniversario dell’uragano Katrina,
è che negli anni ’80 c’è stato un gruppo che si chiamava “Katrina and the waves”.
Per ora non so collegarle, queste due cose, ma secondo me un nesso c’è per forza.

un video bastoni

un video minimalista costruito attorno al concetto semplicissimo del fottiti (e la canzone ti si impianta sulla corteccia cerebrale come è giusto che sia in estate)

bears

gli orsetti di g+a+z dormono beati sul palco di “Lella and the Vuvuzelas” vegliati dalle loro apparecchiature elettroniche

un nuovo hotel raphael

da Jo_Poveròmo

mi immagino un tizio in camicia blu col collettone e con un alone sotto ognuna delle ascelle, iperabbronzato che parla di casting, location, scouting e target a mamme in abiti estivi che affollano una sala d’attesa con un finto parquet piena di pargoli griffati. Alla fine la frase “le faremo sapere” riecheggerà nelle stanze vuote ancora per qualche ora dopo che i “tatattatatatta” degli iphone si saranno placati.

Due perle:
la frase “cerco colleghi” e il luogo del casting.

thanx to Jo

sinapsi (da Paolo)

Strana cosa le sinapsi…

Sfogliando Repubblica on line mi sono imbattuto in un servizio fotografico sul nostro amato premier ad una festa e, non capisco perché, mi è balzata in mente un’incisione di Francisco Goya dal titolo “il sonno della ragione genera mostri”.
Strani scherzi fa la mente umana.

(una volta, molto tempo fa, ho fatto una figura di merda con un custode del museo delle cere di Madam Tussaud a Londra perché mi sembrava una statua, ma non so perché mi sia venuta in mente ‘sta cosa)