zoismi_sul ridere

leggevo a Zoe un’intervista ad Ascanio Celestini in cui gli chiedono qual’è il momento in cui ha riso di più e lui rispondeva: “al circo da piccolo quando l’elefante ha cominciato a fare la pipì”.
“E te Zoe, qual’è il momento in cui hai riso di più?”
“mmmh, la data non me la ricordo”

così, tanto per far casino

il mattino ha loro in bocca

stamani presto è fresco
e le scritte “salvataggio”
che vanno sulle biciclette verso il mare
sono stampate sulle felpe.

Dai colletti spuntano sguardi assonnati.

zoismi_gerarchie

Sto parcheggiando lo scooter al mare, Zoe si guarda intorno e dice: “guarda daddy, c’è uno scooter legato a un casco”

zoismi_supertelegattone

Da ieri abbiamo una gattina e Zoe mi racconta che ieri sera si è piazzata di fronte al televisore a seguire con lo sguardo le traiettorie dei personaggi di un cartone animato.
“Poi ha guardato anche il meteo”, aggiunge.

ricetta

gli ingredienti sono giusti, le dosi discutibili perché per esperienza di studio posso dire che quel 5% andrebbe ampliato e risuddiviso fra web e il terribile faccialibro™

Sanità di corpo

«Stanotte sono scivolato, c’era qualcosa di viscido per terra, e ho battuto la testa. Ho un dolore alla mascella e questa sera rientro a Milano per fare un controllo, forse una tac, e comunque per farmi controllare da Zangrillo.»

Tralasciando le immagini di sostanze o oggetti senza attrito che mi si sono materializzate in testa quando ho letto questa dichiarazione dell’uomo senza tempo, la cosa che mi fa pensare è quanto questa gente allarghi inesorabilmente con ogni propria azione il fossato (l’abisso) che li divide dal mondo reale (noialtri).
Ha un dolore alla mascella e fa una tac, senza farsi fare l’impegnativa, andare al CUP, prendere un appuntamento, aspettare quei tre/sei mesi, pagare il ticket e ottenere una diagnosi probabilmente esatta, sicuramente ritardata.
No, lui/loro no.
Sulle loro terre esiste il diritto (immediato e non postposto) alla salute: “Sono scivolato su un dildo lubrificato lasciato da chissachì nel mezzo alla camera degli specchi e devo essere curato”-mi par di vederlo-“chiamatemi subito il dottor Zangrillo!”
La distanza aumenta, quelle terre si confondono nella nebbia che avvolge tutto, l’orizzonte si appiattisce e le digerisce senza nemmeno ruttare, mentre noi, sulla terraferma, in un battito di ciglia ci obblighiamo a dimenticare quell’isola e i suoi abitanti.

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