sul calore del chip [ancora su Grand Budapest Hotel]

non so perché, ma nella sua costante simmetria il mondo di Wes Anderson mi è sempre apparso come analogico, fatto di artigianato, tutto messo in ordine manualmente, con un calore umano, inserito in un disegno metodicamente lontano dalla macchina.
Beh, un po’ di computer c’è, ma usato così non te ne accorgi nemmeno e ti fa sembrare ancora tutto molto bio.

(ah, lo dovete vedere su vimeo perché ci hanno infilato una qualche restrizione di embedding, egoisti…)