apocalypse, now

Posted on aprile 24, 2007 
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un inverno indolente che non ha fatto il suo dovere ha lasciato il passo ad una primavera equatoriale dove sboccia di tutto ed ho già le spalle bruciate da un sole che mi sa tanto ci farà soffrire parecchio nei prossimi mesi e mi ci vedo già a boccheggiare col mouse appiccicaticcio alle mani e che cavolo di idee vuoi che vengano fuori da un tormento del genre? poche, fritte e rifritte e allora accenderò un pochino l’aria condizionata, giusto un filino per avere un po’ di sollievo e così farà anche il resto del pianeta boccheggiante in modo che ognuno recuperi nel suo piccolo un po’ di forze per produrre, produrre, produrre, ma senza sudare per favore che dopo si puzza e si sa i rapporti sociali, e allora mi spruzzerò anche un filo di deodorante col gas serra sotto le ascelle mentre impugnerò il telecomando dell’aria condizionata per abbassarla ancora di un grado perché, là fuori, farà veramente caldo, con tutti quegli scarichi di arie condizionate accese per per non squagliare le idee, ma solo quel che resta del fuori, e magari mancherà anche l’acqua perché quell’inverno di cui sopra proprio non ha fatto niente, nemmeno una settimana di pioggia e i fiumi sono in secca e i laghi sono asciutti e i bacini non li hanno costruiti e poi se c’è un acquazzone estivo si porta via mezza Versilia e allora mi dico, prendo la bici, sto meglio e inquino meno, poi la prendo e pedalo in mezzo alle macchine e respiro piombo a pieni polmoni, ma mi dico che non inquino, magari mi inquino, ma IO, io no, non inquino, al massimo una scorreggina nello sforzo di salire sulla passerella sul canale che è ripida, ma mi piace quel rumorino di legno che fa sotto le ruote e vorrei che tutte le strade fossero fatte così, con quel ten-ten-ten-ten che ti massaggia il didietro e ti culla i pensieri che così non vanno troppo avanti verso mesi troppo torridi da immaginare.

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