abbattere l’ego-mostro
ieri un gran polverone si è sollevato quando hanno abbattuto l’ecomostro di Punta Perotti ed è stata restituita la visione del mare e dell’orizzonte ai baresi.
Fra pochi giorni un gran polverone si solleverà quando potremo abbattere l’egomostro Napoleone e sarà restituito un orizzonte agli italiani.
E siccome il ricordare è una delle azioni verso cui questi mala tempora si sono accaniti, ecco, a presente e futura memoria, un sito ricchissimo che propone una raccolta di filmati che riguardano avvenimenti e dichiarazioni rilevanti dal punto di vista civile e politico.
per Jacopo
Jacopo è un bambino di Sesto Fiorentino, un bel bambino. Ha sette anni.
È affetto da una sclerosi tuberosa.
Lo segue la dott.ssa Lini, neurologo dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, ma la direzione del suo caso dal 2001 è nelle mani del dott. Devinsky, del Medical Center della New York University, un’autorità in questo campo. Il dott. Devinsky giudica oggi maturo un intervento.Ci dicono, il babbo e la mamma di Jacopo: “Dopo 2 viaggi negli Stati Uniti e 5 anni di attesa, sembra che sia arrivato il momento di fare sul serio. Negli ultimi mesi c’è stato un nutrito scambio di informazioni/domande tra Sesto Fiorentino e il New York University Medical Center, dal quale è emersa la possibilità /necessità di un intervento chirurgico per Jacopo, nostro figlio. Dopo un primo momento di panico abbiamo deciso di tentare questa opportunità , visto che le terapie farmacologiche non sono sufficienti a dare al bambino quelle autonomie (e quindi una migliore qualità della vita) che invece potrebbe avere dopo l’intervento.
Noi ci fidiamo ciecamente del dott. Devinsky, che, nonostante sia una personalità molto famosa negli Stati Uniti, ci ha dimostrato in più di un’occasione un’umanità quasi commovente (oltre, naturalmente, alla nota competenza).
I medici americani hanno prospettato una serie di 3 interventi (distanti tra loro solo pochi giorni), con buone possibilità di ripresa del linguaggio (attualmente quasi inesistente, ma che può emergere fino ad un’età massima di 12 anni) e del ritardo generale accumulato in questi anni. Abbiamo chiesto al dott. Devinsky se ci sono statistiche. La risposta è stata: ‘Ci sono stati pochissimi casi di questo tipo, quindi non ci sono statistiche. Ciò che vi posso dire è che non sono a conoscenza, tra i nostri casi di TS, di genitori che abbiano rimpianto la loro decisione a favore dell’intervento’. Così noi speriamo. Certo i costi sono altissimi e la possibilità di poterci far fronte personalmente è pari a zero. Ma questo viaggio è troppo importante per noi e non vogliamo lasciare nulla di intentato. Voi, amici e conoscenti, siete la nostra speranza per poter dare a Jacopo un futuro migliore…”.– La Regione Toscana verrà attivata e certamente, come è avvenuto nei ricoveri che Jacopo ha già fatto fino ad oggi a New York, darà il suo contributo. Ma rimarrà ancora tanto da coprire. – A metà febbraio 2006 la Pieve di San Martino a Sesto Fiorentino e la Confraternita di Misericordia si sono fatti promotrici di una iniziativa di sostegno, aprendo una sottoscrizione. È stato quindi costituito un comitato per raccogliere fondi, di cui fanno parte il direttore del Consiglio Parrocchiale della Pieve di San Martino e il Governatore della Misericordia.
È stato attivato un conto corrente bancario. Eccone gli estremi:
c/c n° 60.000 “Per Jacopo”
Cassa di Risparmio Firenze – Sesto F.no Succursale
ABI 6160 – CAB 38100 – CIN I
da “el pais” di giovedi 16 marzo
a vederle da lontano le cose spesso si mettono a fuoco meglio. Anche non sapendo lo spagnolo questo articolo si capisce benissimo e offre la visione migliore del dibattito televisivo fra i due simpatici vegliardi che la politica italiana ci riserva al giorno d’oggi.
La parte più bella è quella in cui si descrive napoleone come “taxidermizado e irrigado por rayos ultravioleta…”
che c’ha ai piedi?
ofp mi ha fatto notare che in questa foto, oltre alla mirabile scelta del fotogramma in cui sullo schermo di fondo c’è Napoleone ad occhi chiusi, compare finalmente un particolare anatomico che il nostro ha segretato ancor più delle pubenda: il gigantesco tacco.
Dopo anni passati a chiedermi cos’abbia in mente, adesso mi domando cos’abbia ai piedi, che tipo di calzatura fasci e innalzi cotanta figura.
A prima vista mi pareva uno stivale Harley Davidson, poi ho virato verso un Camperos, ma il dubbio rimane: qualcuno può aiutarmi?
ieri era l’ultimo giorno di Carnevale, se dio vuole.
A Carnevale mi parcheggiano le auto interamente sul marciapiede di casa e io reprimo ogni voltala voglia di inciderne le fiancate con il raggio della morte che scaturisce dai miei occhi.
Allora, intanto, mi è venuto in mente di realizzare un autoadesivo da appiccicare su queste macchine come diplomatica forma di sfida che recita così:
“Parcheggiando sul marciapiede hai impedito a tua madre di lavorare.”
un sospiro di sollievo
Dopo due lunghissimi anni, Barbie si è rimessa ufficialmente con Ken. Ufficialmente perché, potenza della globalizzazione della brasatura cerebrale, Mattel ha indetto una conferenza stampa per comunicare ad un mondo in ansia la lieta notizia. La bionda, infatti, nel 2004 aveva lasciato il nostro plasticone senza nemmeno una telefonata, per mettersi con Blaine (nella foto sopra è quello a sinistra, mentre quello a destra, in lacrime, è il nostro). Mi chiedo cosa abbia fatto in questo tempo Ken: avrà giocato a tennis, fatto surf, curato la manutenzione del suo camper e magari un bel penis enlargement, tanto per non farsi trovare impreparato al rientro in pista.
Se esiste una giustizia glielo fa vedere lui, a quella zoccola.
P.S. Il fatturato delle vendite della Barbie nel 2005 è stato di 1,4 miliardi di dollari.
P.P.S. Mi è venuto in mente un racconto dentro “La sicurezza degli oggetti” di A. M. Homes in cui un ragazzino vive una storia d’amore, anche fisico, con Barbie. Ne riscrivo un pezzetto:
“Esco con Barbie. Tre pomeriggi a settimana, mentre mia sorella è a lezione di danza, porto Barbie via da Ken. Mi esercito per il futuro. All’inizio ero seduto in camera di mia sorella e guardavo Barbie, che viveva con Ken posata su un centrino sopra il ripiano del comò.
La stavo guardando senza guardarla veramente. La stavo guardando e a un tratto mi accorsi che mi stava fissando. Era seduta accanto a Ken, che strusciava distrattamente la coscia, coperta dal pantalone beige, contro la gamba nuda di lei. Lui si stava strusciando, ma lei guardava me”.
Ed è proprio così, con quella lì (e con tutte le altre).