Baz Luhrmann – Everybody’s Free (To Wear Sunscreen)

questa canzone accompagna i titoli di coda di “The big Kahuna”, con Kevin Spacey e Danny De vito.
Come in ogni dopocena ne ho assaggiato solo una parte, gli ultimi 40, claustrofobici, minuti di ipnotici dialoghi ambientati in una buia e fumosa suite di albergo.

Ladies and Gentlemen of the class of ’99
If I could offer you only one tip for the future, sunscreen would be it.
The long term benefits of sunscreen have been proved by
scientists whereas the rest of my advice has no basis more reliable
than my own meandering
experience…I will dispense this advice now.

Enjoy the power and beauty of your youth; oh nevermind; you will not
understand the power and beauty of your youth until they have faded.
But trust me, in 20 years you’ll look back at photos of yourself and
recall in a way you can’t grasp now how much possibility lay before
you and how fabulous you really looked….You’re not as fat as you
imagine.

Don’t worry about the future; or worry, but know that worrying is as
effective as trying to solve an algebra equation by chewing
bubblegum. The real troubles in your life are apt to be things that
never crossed your worried mind; the kind that blindside you at 4pm
on some idle Tuesday.

Do one thing everyday that scares you

Sing

Don’t be reckless with other people’s hearts, don’t put up with
people who are reckless with yours.

Floss

Don’t waste your time on jealousy; sometimes you’re ahead, sometimes
you’re behind…the race is long, and in the end, it’s only with
yourself.

Remember the compliments you receive, forget the insults; if you
succeed in doing this, tell me how.

Keep your old love letters, throw away your old bank statements.

Stretch

Don’t feel guilty if you don’t know what you want to do with your
life…the most interesting people I know didn’t know at 22 what they
wanted to do with their lives, some of the most interesting 40 year
olds I know still don’t.

Get plenty of calcium.

Be kind to your knees, you’ll miss them when they’re gone.

Maybe you’ll marry, maybe you won’t, maybe you’ll have children,maybe
you won’t, maybe you’ll divorce at 40, maybe you’ll dance the funky
chicken on your 75th wedding anniversary…what ever you do, don’t
congratulate yourself too much or berate yourself either – your
choices are half chance, so are everybody else’s. Enjoy your body,
use it every way you can…don’t be afraid of it, or what other people
think of it, it’s the greatest instrument you’ll ever
own..

Dance…even if you have nowhere to do it but in your own living room.

Read the directions, even if you don’t follow them.

Do NOT read beauty magazines, they will only make you feel ugly.

Get to know your parents, you never know when they’ll be gone for
good.

Be nice to your siblings; they are the best link to your past and the
people most likely to stick with you in the future.

Understand that friends come and go,but for the precious few you
should hold on. Work hard to bridge the gaps in geography and
lifestyle because the older you get, the more you need the people you
knew when you were young.

Live in New York City once, but leave before it makes you hard; live
in Northern California once, but leave before it makes you soft.

Travel.

Accept certain inalienable truths, prices will rise, politicians will
philander, you too will get old, and when you do you’ll fantasize
that when you were young prices were reasonable, politicians were
noble and children respected their elders.

Respect your elders.

Don’t expect anyone else to support you. Maybe you have a trust fund,
maybe you have a wealthy spouse; but you never know when either one
might run out.

Don’t mess too much with your hair, or by the time you’re 40, it will
look 85.

Be careful whose advice you buy, but, be patient with those who
supply it. Advice is a form of nostalgia, dispensing it is a way of
fishing the past from the disposal, wiping it off, painting over the
ugly parts and recycling it for more than
it’s worth.

But trust me on the sunscreen…

v e r g o g n a_hanno brevettato il grano (e la farina)


la notizia è anche qua

La multinazionale/amorale Monsanto ha depositato in Europa un’esclusiva sul frumento con cui si fa il “Chapati”, il pane indiano.
I contadini del paese asiatico accusano la Monsanto di aver “rubato” – attraverso il brevetto Ep445929 depositato a maggio allo European Patent Office – il frumento Nap Hal, con cui da secoli viene prodotto il “Chapati”, il loro croccante e gustoso pane nazionale. Sotto le insegne della Harat Krisnak Samaj (la maggiore organizzazione agricola indiana) e appoggiati dall’ecologista Vandana Shiva, da Greenpeace e da un istituto di ricerca di New Delhi, hanno fatto ricorso presentando il primo febbraio un’opposizione formale all’Ufficio brevetti europeo.

Dietro lo scontro si nasconde una svolta che può essere decisiva. La brevettazione di una specie vegetale non geneticamente modificata può infatti aprire la strada ad un fenomeno che negli Stati Uniti è già realtà: le piante normalmente usate in agricoltura possono essere brevettate e gli agricoltori sono così chiamati a pagare royalties alle grandi aziende che hanno provveduto a depositarne il diritto di proprietà intellettuale.

Secondo Greenpeace, il brevetto della Monsanto sul Nap Hal è un atto di biopirateria: “Si tratta di un vero e proprio furto ai danni dei contadini indiani – dice Christoph Then, esperto di Greenpeace per le questioni brevettuali – con la nostra opposizione chiediamo all’European Patent Office di rivedere la sua decisione. Secondo la legislazione comunitaria, non è possibile brevettare piante normalmente coltivate, ma ci sono evidentemente delle lacune nelle regole dell’Unione Europea che devono essere riviste”.

Il primo studio scientifico sulle particolarità del Nap Hal viene pubblicato nel 1998: questo frumento di colore giallo intenso è privo di alcune sequenze genomiche che ne determinano un’eccezionale capacità nei processi di panificazione.

Secondo l’associazione degli agricoltori indiani, si tratta di un processo naturale, frutto della tradizionale selezione effettuata dagli agricoltori che poco per volta hanno individuato le sementi più idonee per ottenere una farina che permette di produrre un pane molto croccante.

La Monsanto replica che invece il brevetto riguarda una specie, chiamata Galatea, sviluppata dall’Unilever: quando la multinazionale Usa nel 1998 ha rilevato la divisione cerealicola ha trovato anche queste sementi, che erano state precedentemente acquistate da una banca di geni britannica, e ha provveduto a depositarne il brevetto negli Stati Uniti, in Giappone, Canada, Australia e Unione Europea.

“Quello che raccontano queste persone è una favoletta. Non abbiamo rubato nulla a nessuno e siamo decisi a difendere i nostri brevetti in ogni sede opportuna”, dice Thomas McDermott direttore delle relazioni esterne della Monsanto Europa-Africa, “Galatea ha meno glutine delle altre varietà di frumento e questa ridotta “viscoelasticità” ne determina una minore espansione durante la panificazione. E comunque è assolutamente ridicolo ipotizzare che i coltivatori indiani debbano pagare royalties per le sementi di Nap Hal. Monsanto non intende commercializzare Galatea e ha deciso di uscire dal business del frumento in Europa”.

Ma secondo il centro di ricerche indiano, le caratteristiche descritte nel brevetto sono invece esattamente quelle che hanno fatto la fortuna del Nap Hal presso i contadini asiatici: “Nel brevetto non c’è nulla di nuovo rispetto allo stato dell’arte del frumento che noi conosciamo e usiamo da centinaia di anni. Semplicemente vengono descritte in modo dettagliate le sequenze genomiche che sono state selezionate durante le coltivazioni”.

Sviluppi futuri: Benetton brevetta il collo a V, la Fiat la ruota, Schifani la forfora, il Nano il gangbang.

chi controlla il passato, controlla il futuro

guarda lo spot ritoccato

I grandi rivoluzionari diventano sempre i più accesi reazionari.
Mi ricordo il Super Bowl del 1984: non tanto per l’evento agonistico, il football americano mi attrae come una pizza con Bruno Vespa, quanto per il primo, storico spot Apple, quello di Ridley Scott riscritto sulla base di “1984” do Orwell.
Per celebrare i vent’anni trascorsi da quello storico evento pubblicitario, costato una fortuna e andato in onda SOLO in quell’occasione, Apple ha ripubblicato lo spot sul proprio sito (vd. link).

Solo che c’è qualcosa di strano.
Guardando con attenzione il filmato, si nota che la lanciatrice di martello indossa un oggetto che somiglia dannatamente a un Walkman, o più esattamente a un iPod.

Ma l’iPod nel 1984 non esisteva.

Incredibile lungimiranza di Steve Jobs? Le forme dell’iPod sono state ispirate da un gadget usato nello spot di vent’anni fa?
No. Apple ha fatto ritoccare digitalmente il filmato inserendovi in modo perfetto un iPod dei giorni nostri. Non si sa quale società specializzata in effetti speciali abbia eseguito il ritocco, che è assolutamente realistico. Soltanto guardando lo spot originale, tuttora reperibile in Rete, ci si può rendere conto della differenza. O dovremmo chiamarlo inganno?

La scelta di Apple di eseguire un ritocco [segreto] proprio in uno spot che allude a 1984 di George Orwell è molto più di una semplice trovata per far parlare del proprio nuovo gioiello di famiglia. Chi si è preso la briga di leggere il libro di Orwell invece di citarlo e basta sa infatti che uno degli aspetti più inquietanti del romanzo non è la sorveglianza costante di ogni cittadino, ma la sistematica cancellazione e riscrittura, da parte del governo totalitario, di ogni registrazione degli eventi (giornali, filmati, fotografie) in modo da adattarsi al meglio alla verità del leader del momento.

Nelle pagina del sito Apple dove si scarica il filmato non c’è alcun accenno al fatto che è stato modificato: chiunque lo scarichi crede quindi di avere sotto gli occhi l’originale.
Ogni altra ipotesi è bispluserrata, come si dice nell’orwelliana Neolingua. Apple ha ironicamente adottato proprio i metodi del Grande Fratello che proponeva di sconfiggere, abbracciando la famosa citazione di 1984: “Chi controlla il passato, controlla il futuro; chi controlla il presente, controlla il passato”, Silvio docet.

Megadelusione: pensavo che il male fosse tutto dalla parte delle Finestre™. 

mezzo di perda

il nano e il coccodrillo

partite da qui e seguite le istruzioni

andate su www.danieleluttazzi.it, cliccate sulla sua immagine, si aprirà un’altra pagina, cliccate sulla piccola freccia nel cerchietto rosso in basso a destra, si aprirà un’altra pagina, cliccate sul cappello, si aprirà un’altra pagina, cliccate sul primo ritratto a sinistra (“blog”) e godetevi la lettura del coccodrillo.

I soliti noti_il biscione striscia ovunque

ben nascosta, ma ufficiale_sito della Camera dei Deputati

Dopo migliaia di grotteschi tentativi col trincetto, la rapina del secolo è in programmazione contemporaneamente nei14mila sportelli di Poste Italiane spa.
A mani nude e faccia scoperta (tanto la foto sulla patente è diversa, ci sono le rughe).
Se si eccettua un tentativo fatto da Deutsche Bank nel 2001, finora nessun istituto di credito era stato capace di metterci le mani.

L’impresa è riuscita alla Mediolanum.

Essendo una banca online, Mediolanum è sempre stata priva di sportelli mentre ora, grazie all’accordo con Bancoposta, i suoi clienti potranno domiciliare i loro bonifici nella capillare rete di Bancoposta e la banca di Silvio Berlusconi e del suo socio Ennio Doris (il proprietario del “Principessa Vaivia” ormeggiato nella darsena di Viareggio) si trasformerà, da banca virtuale, nell’azienda con maggiore copertura territoriale.

Due considerazioni:
il costo di un impiegato postale è circa la metà di quello di uno sportellista bancario con mansioni analoghe (e non li paga lui! ).
Mediolanum è una banca di proprietà del premier e il ministero delle comunicazioni è l’autorità regolatrice dell’attività di Poste spa, un’impresa a totale partecipazione pubblica.

Io, giusto per essere prudente, con quei due euro rimasti dagli acconti sull’iva e sull’irpef mi ci compro un po’ di latte, almeno aiuto l’economia nazionale e per la strada tutti mi diranno “grazie, bischero”. 

f r e e f o n t_pròsit

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