le Tepa


Negli anni ’70 chi le portava era uno sfigato come chi aveva le Mecap, sono citate anche da Elio in “Supergiovane”, le tristi Tepa Sport riemergono oggi in vetrina con tutto lo splendore di quella parolaccia che è il “vintage” che pialla memorie, gusti e comportamenti.

non so tenere il tempo

è che non riesco a capire perché i sabati sembrano arrivare ogni tre giorni invece che ogni sette.
Le settimane scivolano via dal calendario come se i giorni pattinassero sul ghiaccio. Comincio il lunedi, mi giro un attimo, ma quell’attimo mi porta diretto al venerdi, magari già pomeriggio e questo domino che casca pezzo dopo pezzo sembra accelerare comprimendo il tempo e mangiandosi cinema, letture, amicizie e musica. A un certo punto della vita ci vogliono degli occhiali che ti correggano la vista del tempo perché ora come ora mi sento un po’ miope.

Z

ai miei occhi la bellezza di quel simbolo che
nel mondo mac chiamiamo “mela” (perché sul tasto è affiancato dal
simbolo apple) sta tutta nella continuità del segno che
ricorda quello dell’infinito, ma lo raddoppia regalandogli
assurdamente ancor più potenza, mentre, se lo affianchi ad una “Z”
ti consente di tornare indietro nel tempo. Una roba da uscire di
testa o da costruirci intorno una nuova Scientology.

l’estate sta finendo, l’abbronzatura rimane

vista da lontano l’Italia fa ancora più senso, non si sente la puzza, ma la visione diventa più netta, obiettiva ed efficace. Sul Time è uscito un articolo sull’ennesima battutaccia del NMâ„¢* durante la prima festa del Popolino delle Libertà a proposito dell’abbronzatura degli Obama, archiviata in Italia come l’ennesimo show del premier e quindi deglutita e assorbita da un organismo sempre più assuefatto a questo genere di sostanza tossiche.

Esemplare è quello che scrive a proposito del razzismo italico e della nostra attuale autoretrocessione civile nel panorama occidentale:

“But that’s telling in itself. In many ways, mainstream Italian society is several generations behind the rest of the West when it comes to race. In supposedly polite company, one can still hear the word negro, (pronounced neh-grow) which essentially translates to the N word. A cleaning woman is often generically referred to as a “Filippina.” Northern Italians joke that darker-skinned southerners are “Moroccans.”

Le parole sono importanti, almeno là fuori.

the specialist

quando parla di farabutti ai miei occhi il Berlusconi acquista una credibilità enorme

the book is on the table

gli anglosassoni mettono sempre estratti di recensioni sulle copertine dei libri così a me sembra che siano tutti bellissimi. Sul libro che ho regalato alla Jane fra le recensioni c’è scritto “unputdownable” che vorrebbe dire che non lo puoi mettere giù, che poi è vero perché è “Il petalo cremisi e il bianco” di Michael Faber, ma col titolo inglese.

new Jobs

al keynote dell’altroieri Steve Jobs ha presentato il prodotto più atteso di Apple: sè stesso.

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