L’estetica Fox Crime a schermo spento: del marmo, un grosso coltello, due pannocchie di mais fatte a pezzi e una luce sinistra trasformano la cucina in una location da splatter.
la Babele delle prese
per essere utilizzata anche l’elettricità si frammenta in mille dialetti intorno al mondo
apocalypse, now
un inverno indolente che non ha fatto il suo dovere ha lasciato il passo ad una primavera equatoriale dove sboccia di tutto ed ho già le spalle bruciate da un sole che mi sa tanto ci farà soffrire parecchio nei prossimi mesi e mi ci vedo già a boccheggiare col mouse appiccicaticcio alle mani e che cavolo di idee vuoi che vengano fuori da un tormento del genre? poche, fritte e rifritte e allora accenderò un pochino l’aria condizionata, giusto un filino per avere un po’ di sollievo e così farà anche il resto del pianeta boccheggiante in modo che ognuno recuperi nel suo piccolo un po’ di forze per produrre, produrre, produrre, ma senza sudare per favore che dopo si puzza e si sa i rapporti sociali, e allora mi spruzzerò anche un filo di deodorante col gas serra sotto le ascelle mentre impugnerò il telecomando dell’aria condizionata per abbassarla ancora di un grado perché, là fuori, farà veramente caldo, con tutti quegli scarichi di arie condizionate accese per per non squagliare le idee, ma solo quel che resta del fuori, e magari mancherà anche l’acqua perché quell’inverno di cui sopra proprio non ha fatto niente, nemmeno una settimana di pioggia e i fiumi sono in secca e i laghi sono asciutti e i bacini non li hanno costruiti e poi se c’è un acquazzone estivo si porta via mezza Versilia e allora mi dico, prendo la bici, sto meglio e inquino meno, poi la prendo e pedalo in mezzo alle macchine e respiro piombo a pieni polmoni, ma mi dico che non inquino, magari mi inquino, ma IO, io no, non inquino, al massimo una scorreggina nello sforzo di salire sulla passerella sul canale che è ripida, ma mi piace quel rumorino di legno che fa sotto le ruote e vorrei che tutte le strade fossero fatte così, con quel ten-ten-ten-ten che ti massaggia il didietro e ti culla i pensieri che così non vanno troppo avanti verso mesi troppo torridi da immaginare.
male, bene e altri tranquillanti
da “Case, Amori, Universi” di Fosco Maraini
occhio per occhio, niente per niente
pensieri sparsi aspettando la fine (anno)
un uomo che ha combattuto per andarsene finalmente ce l’ha fatta
Quelli che restano si chiedono se sia giusto o no decidere il proprio destino.
Per me sì, per la Chiesa no.
un altro uomo, uno veramente cattivo, è stato impiccato dai buoni.
I buoni dicono che giustizia è stata fatta.
Per me no, per Calderoli sì.
un altro ancora ha raccontato fandonie a chi voleva ascoltarle, ha annunciato di stare per morire avvelenato e poi ha detto che non era vero. Io vorrei non sentirne/sentirlo più parlare, Guzzanti no.
Il prossimo anno è fra poche ore, ma non so perché, mi sembra di andare indietro.
gerontocrazie
la classe politica è la metafora di un paese che invecchia. Male.
Dal pacemaker del nano alla prostata di Bertinotti all’angioplastica di Amato i governanti approfittano delle festività per regalarsi un tagliando di revisione a corpi (e menti) in avanzato stato di decomposizione, ma la gerontocrazia tiene strette nelle sue artritiche mani le briglie di un potere che, magrissima consolazione, non vede giovani presentabili per il ricambio.
Bonjour tristesse
parole al volo
quando mi sveglio dopo aver dormito poco i sensi sembrano più tonici, o per lo meno sembrano lavorare in una maniera diversa.
Alla radio stamani uno spot di Barilla in cui si tessono lodi sperticate dei Fagottini, “coi loro 240 strati di pasta sfoglia“. Li hanno contati, allora, mi chiedo. Chi può averlo fatto, ma soprtatutto chi ha deciso che fosse strategica questa informazione per la vendita della merendina in questione?
Mi porto addosso il dubbio da un paio d’ore assieme all’intero testo dell’annuncio radio di Orietta Berti per una azienda che fa preparati per bevande, dal caffè al thè, dal cappuccio alle bevandacce aromatizzate alla frutta. Interno di casa Berti, riesco a vedere la circolina in neon e le sedie impagliate col cuscino sopra, tutti i parenti rivolgono la stessa domanda alla nostra: “ma come fai a fare il cappuccino (thé, ecc) così buono?” (da leggersi come le interpreterebbe l’imitazione di Prodi fatta da Guzzanti) e lei che risponde parlando del prodotto e chiudendo con “Con Ristora la vita migliora”. Trashissimo.