santino per tempi difficili

da quella mente contorta di massimo ricevo un brief preciso: costruire un santino da un ritratto di Diego Maradona attorno alla cui figura (così come attorno a quella di George Best) il massicomio ha coagulato gli estremi di una vita consacrata alla dissipazione di un talento senza eguali (come il suo, ma questo è un altro discorso).

Il risultato (art+copy) è questo.

Anche tu che vieni sempre colto con le mani nella marmellata fino ai gomiti, adesso hai un tutore da venerare.
Noi della Benedetta Confraternita del Deboscio abbiamo deciso di mettere a tua disposizione il nostro protettore.
Colui che protegge il nostro osso sacro ogni volta che cediamo alle luginghe della trasgressione.
Non possiamo evitarti il senso di colpa ( ma per quello potremmo progettare una tazza con misurino per raccogliere sia le immancabili lacrime di coccodrillo, sia il latte versato ). Con questo santino non ti assicuriamo neanche nessun salvacondotto per le tue malefatte. Perchè se c’è una cosa che è sicura è che presto o tardi arriveremo al casello a pagare dazio. E in quel caso è bene avere il biglietto a portata di mano.
Quel che vogliamo darti è una riprova che non si è mai troppo eccelsi per sfuggire alle tentazioni.
E’ infatti questo il Sacro Conforto donatoci dal più Immenso dei dilapidatori. Da colui che è caduto da più in alto. E lo ha fatto per noi.
Noi poveri Icaro impenitenti.
Finchè avrai con te il santino di San Diego m.re, un alone di pietas ti circonderà.
Stàmpati il santino nel formato che preferisci e poi mangiati quel cofano di spaghetti alla carbonara. Grazie al santino gli amici penseranno: “E’ una fogna ma è simpatico”.
Metti le corna alla moglie e lei ti dirà: “Poverino… Con tutto quel testosterone deve esser dura sopportare una frigida come me”.
Sacrifica il marito imbalsamato che ti comprenderà: ” Lo scemo sono io che ti ho fatto conoscere gli amici della bocciofila”.
Schiantati su per il naso un vagone merci di coca, e don Gelsomino ti assolverà: “Dì 20 avemaria e passa un pò di polvere d’angelo sotto la porticina.”

Sicchè vai, amico nostro. Vai e dissipa il tuo talento. Butta alle ortiche tutto. Spalanca le porte al declino. Quando arriverai in fondo alla discesa non troverai nessuno.

Giacchè quelli come noi, stanno decisamente meglio nel doppio fondo del pozzo.

Massimo

ancora sulle foto di Erik Franssen

ho ricevuto qualche foto e dettaglio in più sul progetto di Erik (vd questo post).
Partendo dal fatto che Berlino è una città dove la gente deve, volente o no, confrontarsi con la storia del muro, ha cominciato a fotografare i luoghi dove con la sua immutabilità faceva sentire di più la sua presenza.


Non ci sono più tracce del muro, o solo molto poche. Le foto mostrano che divideva tutto senza pietà.
Erik ha messo letteralmente a fuoco la parte dove si ergeva il muro lasciando fuori fuoco il resto.
L’invisibile diventa visibile.

giramenti di testa

imbracciata la macchina giro su me stesso veloce, scattando a ripetizione.
Nulla di nuovo, ma suggestiva la visione sfuocata dello spazio che mi circonda, nitido, per tante ore ogni giorno.

i tanti livelli della leggerezza

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