trent reznor+karen o_”immigrant song”
Posted on dicembre 27, 2011
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la personalità delle feste
Posted on dicembre 22, 2011
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da roberto_pregevolezze
Posted on dicembre 19, 2011
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“A proposito di lunghezze d’onda sulle quali si viaggia, senti queste:
1) Dal programma radiofonico “il ruggito del coniglio”: (Avviso in una sala insegnanti di una scuola) “le professoresse che c’hanno il buco, sono pregate di metterlo a disposizione del Preside”
2)Uno striscione della manifestazione FIOM a Piombino sulla crisi delle Acciaierie Lucchini: “Passera facci entrà … al ministero”
un, due, tre
Posted on dicembre 10, 2011
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Alino fa foto, la maggiorparte belle, la minorparte molto belle, ma tutte invisibili ai più.
Questa me l’ha regalata in un momento di debolezza.
la mierda vuelve (again and again)
Posted on dicembre 9, 2011
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a giudicare dall’odore gli scarichi dello studio dovevano essere intasati e allora chiamo il costruttore e gli dico che quel problema lí bisogna risolverlo alla svelta. Lui oggi mi manda un idraulico che si presenta dicendomi che non ha idea di cosa succeda in quei tubi e cosa possa generare ‘sto gran fastidio olfattivo, ma proverà a stasare la conduttura. Mentre batto con dita pulite sulla tastiera mi sento dispiaciuto per lui fino al momento in cui il suo cellulare squilla con “Faccetta nera” come suoneria.
a ben vedere
Posted on dicembre 3, 2011
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“Stava pensando allo sportello automatico. era un termine antiquato, carico della propria memoria storica. Creava malintesi: suggeriva incapacità umana e spasmodici ingranaggi. Il termine era parte del processo che la macchina avrebbe dovuto rimpiazzare. Era antifuturistico, così ingombrante e meccanico da rendere datata persino la parola bancomat.”
Don De Lillo, “Cosmpolis”
immagini per immaginare meglio
Posted on novembre 25, 2011
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le cose le vivi e poi le racconti e si formano immagini in testa a chi ti ascolta, qualcuna a fuoco altre meno, succede a tutti e allora quando senti una notizia come quella delle alluvioni in Thailandia ti crei una vista di Bangkok con tanta acqua nelle strade, tipo Venezia, ma questa foto non tiene conto delle dimensioni del paesaggio che dovrebbe ritrarre per essere fedele, un po’ come quando ti raccontano una tragedia personale, tu ascolti, ci metti dell’empatia, ma la distanza fra il viverla, quella cosa là, e assistervi resta (più o meno) molto ampia, insomma le immagini in certi casi le riprendi col teleobiettivo, lontano e ben al sicuro e così fra te e quella realtà ci vuole un collegamento esterno che ti dica “girati un attimo, metti la mano sulla fronte che sei in controluce, abbassati, sì, laggiù, guarda, le cose stanno così. Vedi, ora?
Ecco, senza troppe parole l’infografica fa delle inquadrature perfette, regola l’esposizione e controlla la messa a fuoco mentale, e questa qua sotto mi ha aiutato a guardare diversi avvenimenti che avevo registrato male.